Nel giorno della domenica di Pasqua, accade un fatto molto particolare. Una nave, che sta trasportando la statua della Madonna con bambino, si trova costretta a rifugiarsi da una tempesta nei pressi del borgo di Castello di Roccella.
La Madonna di Gibilmanna appare a un frate dando vita a una catena di eventi miracolosi giunti fino ad oggi, che hanno permesso di benedire questo territorio.
Pare che la Vergine appare a un frate cappuccino che ha vissuto a Gibilmanna, consegnandogli un messaggio ben preciso. La Madonna, durante l’apparizione, gli dice di andare a prendere la statua avvolta con una coperta di lana, e in seguito di costruire un santuario a Lei dedicato.
E’ allora che la statua viene caricata su un carro trainato da buoi. Questi ultimi però, che sono stati lasciati in libertà, dopo giorni di viaggio si fermano nel promontorio che sovrasta Cefalù.
Non è l’unico evento miracoloso legato a questo straordinario santuario. Corre l’anno 1576, quando padre Sebastiano Maio di Gratteri sta normalmente celebrando una Messa, nell’antica chiesetta. In quella data il sacerdote ha un’apparizione di Gesù, che lo invita a dipingerlo proprio nello stesso modo in cui lo vede.
Padre Sebastiano, letteralmente sconvolto dall’accaduto, si ingegna e riesce e rimediare i colori di cui ha bisogno dalle piante pestate presenti nel territorio. E’ allora che dipinge il quadro che gli è stato richiesto durante l’apparizione. Dipinto che si trova attualmente ancora esposto all’interno del Santuario.
Padre Sebastiano Maio è un frate dei Minori Osservanti e passa alla storia come il fondatore della comunità cappuccina del Santuario di Gibilmanna.
Padre Sigismondo da Pollina in seguito, nel 1619, viene eletto guardiano del convento e si decide di costruire una nuova chiesa al posto dell’antica cappella benedettina, insufficiente a contenere i pellegrini, che arrivano numerosi dopo la notizia dell’accadimento miracoloso.
La venerata immagine della Madonna con Bambino, un affresco in stile bizantino dell’antica cappella benedettina, viene trasferita nella nuova chiesa, distaccata e inserita nel muro della cappella della Madonna. Lì sono trasferiti anche la statua della Vergine e l’antico Crocefisso che parla a Padre Sebastiano.
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Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
o Santa Madre del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo.
Dalla costa del Tirreno ai monti alti delle Madonie alle colline della Valle del Torto
noi, figli e figlie di questa terra e di questa Chiesa di Cefalù,
a te volgiamo lo sguardo
e, uniti a quanti qui ci hanno preceduto,
con fede ti proclamiamo: o gran Signura!
O gran Signura, che hai creduto con umiltà alla Parola del Signore:
insegnaci ad ascoltare la sua voce, a leggere questa storia,
e a vedere i segni della sua presenza in questo tempo di prova.
O gran Signura, che hai saputo riconoscere nella fede l’ora del tuo Figlio:
intercedi per noi e per le nostre famiglie,
per i nostri giovani e i nostri anziani,
per i nostri lavoratori e i nostri disopccupati,
per i nostri amministratori e i nostri governanti,
perché tutti sappiamo affrontare con responsabilità civile
e cristiana speranza questa ora di prova.
O gran Signura, che sei rimasta piantata presso la Croce del tuo Figlio:
stai accanto a quanti soffrono per il contagio virale,
stai accanto ai medici e al personale sanitario che si prendono cura di loro,
stai accanto agli uomini e alle donne delle forze dell’ordine che ci custodiscono,
stai accanto ai ricercatori scientifici che studiano le cure contro questo contagio.
O gran Signura, ecco le nostre anfore piene stavolta delle lacrime dell’Umanità;
presentale al tuo Figlio;
il tuo amore materno provochi ancora la sua carità
e, per noi, a lui rivolgi la supplica: “non hanno più vino”,
e il nostro Salvatore trasfigurerà i cuori di pietra in cuori di carne,
cambierà il lamento in danza,
e finalmente questa quaresima sarà stata un grande sabato santo
che esploderà in un radioso mattino di Pasqua.
Santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova.
e liberaci da ogni contagio e da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.
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