Il santuario si trova a San Sosti, in provincia di Cosenza, e lì si venera una antica statua mariana in cui la Vergine è raffigurata insieme a Gesù Bambino.
La statua è di pietra ed è anche inamovibile, al punto che, in occasione delle tradizionali processioni, ne viene portata una copia piuttosto che l’originale.
La Madonna del Pettoruto di San Sosti sconvolge tutti con un incredibile miracolo. Da allora, la devozione del popolo è cresciuta rigogliosa.
Il ritrovamento da parte di un giovane
La statua viene ritrovata in questo posto solamente agli inizi del XVII secolo, e a trovarla è stato un giovane pastore del luogo, che era sordomuto. Tuttavia quella stessa statua non è stata realizzata nello stesso luogo ma altrove, in una grotta posta parecchio più in alto rispetto a lì, e in particolare in un luogo piuttosto impervio che era frequentato solamente da alcuni monaci basiliani.
Non si sa precisamente quando, ma di certo è stato riportato il fatto straordinario che è accaduto in questo contesto, dando vita alla importante devozione che prosegue fino al giorno d’oggi. La statua a un certo momento comincia a discendere da sola lungo il pendio del costone, e lascia sul terreno una strisciata biancastra e brulla proprio a testimonianza del suo incredibile passaggio.
Ancora oggi è possibile vedere questa particolare striscia che viene definita “strascina”. Sopra, infatti, non cresce niente e secondo quanto viene comunemente affermato, accade dal tempo, dal passaggio della statua prodigiosa. Maria tiene in mano un giglio e il Bambino, invece, con la sua mano afferra una melagrana.
Lo sfregio alla statua e il sangue
Giusto sotto l’occhio della Vergine, inoltre, c’è anche una piccola macchia rossa. Pare che un cavaliere brigante, poco distante suo covo situato nella vicina area del Castello della rocca, a un certo punto sia sceso insieme alla sua terribile banda di predoni decidendo di compiere un terribile gesto di sfregio sul volto della statua, adoperando un pugnale.
Una volta compiuto il terribile gesto, però, proprio dall’incisione, esce all’improvviso del sangue, e tutti restano strabiliati e sconvolti dall’accaduto, tanto che cominciano a correre all’impazzata. Ma non solamente per il sangue: lo stesso cavaliere che ha compiuto il gesto, infatti, è caduto un istante dopo, morto, ai piedi della statua.
Il perché del suo nome
Quando, tempo dopo, all’incirca a metà del XVII secolo, a San Sosti scoppia una terribile pestilenza, gli abitanti si rifugiano attorno al santuario, e in quella occasione vengono salvati. A corredo di questo evento sono poi state formulate varie teorie, in particolare riguardanti il nome che è stato dato al luogo, vale a dire “Pettoruto”.
Un tempo, infatti, si racconta che le donne sterili venissero a raccomandarsi alla Madonna e per attendere alle loro intenzioni avrebbero dovuto bagnarsi all’interno del fiume Roisa, e superare per raggiungere la Madonna, in particolare però bagnandosi il petto, in segno di buon augurio.
Preghiera alla Madonna del Pettoruto di San Sosti
Regina di grazie e di
bontà, che su queste erme
balze, a presidio di nostra gente, volesti
innalzare il tuo trono d’amore, riguarda
benigna, noi umilmente protesi ai tuoi
piedi di Madre. Per quella sovrana degnazione,
che ti spinge a far zampillare
da questo monte un torrente di grazie, ti
preghiamo di ravvivare e conservare in
noi il prezioso dono della fede e di renderla,
fra tanti errori, salda, come le rocce
su cui ti assidi Regina.
Amen