La profezia del santo prevedeva che dopo secoli un uomo col suo stesso nome avrebbe visitato la sua tomba: un segno prodigioso indicò chiaramente chi era quell’uomo, al quale verrà consegnare l’icona prodigiosa della Vergine.
“Cori angelici hanno guardato nella grotta, e ci hanno visto una fanciulla pura come il latte che alimenta il suo Figlio… tu sei stata alimento per il Creatore del mondo!”
Nel V secolo, San Saba Archimandrita anticipò un evento prodigioso, con molti secoli di preavviso. Il santo, prima di morire, dette istruzioni molto precise e dettagliate su quanto sarebbe accaduto.
Il santo annunciò, poco prima della sua morte, nel 532, quanto sarebbe poi accaduto nel XIII secolo. Disse infatti che sarebbe arrivato un pellegrino reale e che questo avrebbe portato il suo stesso nome, oltre a visitare anche la sua tomba.
San Saba Archimandrita comunicò così ai suoi fratelli che un’icona miracolosa della Madonna sarebbe dovuta essere consegnata proprio a quell’uomo, e che nel frattempo i monaci l’avrebbero dovuta custodire con grande attenzione all’interno del loro monastero. Sarebbe stato proprio questo stesso atteggiamento dei monaci a permettere in seguito lo scaturirsi di grandi benedizioni.
Nel XIII secolo accadde allora che una persona con il suo stesso nome visitò il monastero. Si trattava dell’Arcivescovo San Saba di Serbia, che dopo avere visitato la Lavra (Cava) si recò anche sulla tomba del suo fondatore.
Proprio in quel momento avvenne un fatto miracoloso. Nel momento in cui l’uomo si stava avvicinando al reliquiario di San Saba, questo tonfò a terra, cadendogli cadde ai piedi. Tutti i presenti capirono subito che non era un segno causale, ma che si trattava dell’indicazione del fatto che quell’uomo era lo stesso che avrebbe dovuto da lì in poi custodire l’icona venerata, proprio come era stato precisamente detto dal santo.
Nel momento in cui i presenti gli domandarono il suo nome, tutti si stupirono all’ascoltarlo presentarsi come l’arcivescovo Saba della Serbia. Di conseguenza, tutti agirono secondo le indicazioni del fondatore.
I monaci raccontarono al vescovo quanto era stato loro rivelato dal fondatore, mettendo nelle sue mani le due antiche icone. Vale a dire, l’icona della Madonna che allatta e l’icona “delle tre mani”.
L’icona prodigiosa della Madonna che allatta risale al XIII secolo. In origine, questa si trovava si trovava nella valle di Kidron in Palestina, conservata all’interno della Cava di San Saba, vicino a Gerusalemme.
Tutti erano ben certo che da quel gesto ne sarebbero scaturiti grandi miracoli e benedizioni, proprio come era stato affermato nelle predizioni di San Saba Archimandrita. Oggi l’icona “delle tre mani”, della Vergine Maria Tricherousa, si trova nel Monastero di Hilander, nel Monte Athos in Grecia, dove lo portò il santo arcivescovo.
L’icona venne posizionata a sinistra delle porte reali, vicino al sancta sanctorum del tempio. Quella posizione è infatti molto importante, perché di solito riservata all’icona di Cristo. Fino ad oggi l’immagine posizionata in quel punto del monastero ortodosso non è mai stata spostata.
Oggi l’icona è conosciuta anche con il nome di Typikonissa, dalla regola di San Saba, e la chiesa ortodossa serba commemora la Madonna che Allatta il 3 luglio e il 25 gennaio.
Preghiera alla Madonna che allatta
Cori angelici hanno guardato nella grotta, e ci hanno visto una fanciulla pura come il latte che alimenta il suo Figlio, ed i beati esclamarono: Rallegrati, tu sei stata alimento per il Creatore del mondo!