Giorno 5 novembre, in Albania, la Chiesa ha iscritto nell’albo dei Beati 38 martiri. Questi sacerdoti, laici o religiosi, hanno difeso la propria fede per Cristo in un periodo in cui un governo comunista ed ateo obbligava il proprio popolo a rinunciare al proprio credo per abbracciare il partito comunista, per questo motivo sono stati ritenuti degni di essere innalzati agli onori dell’altare nella Cattedrale di Scutari.
Questi uomini (in senso lato essendoci anche delle donne nell’elenco) sono un esempio di dedizione a Cristo per la Chiesa Albanese ma anche per quella europea. In periodo politico complicato, dove essere credenti rappresentava una condanna a morte, il Sacerdote Prenushi e gli altri 37 martiri della dittatura comunista non hanno abbandonato la loro opera di evangelizzazione, mostrando al popolo albanese come l’amore per Cristo potesse rappresentare un punto forza della comunità, un simbolo dell’amore per la propria patria e per i propri fratelli oppressi da dictat assolutisti.
In questo senso la beatificazione di questi 38 martiri rappresenta un esempio di come i valori professati dalla fede siano un elemento fondamentale di crescita e stabilità di una nazione, a maggior ragione in una nazione come l’Albania in cui da sempre convivono fedeli Musulmani, Cattolici ed Ortodossi. Il sangue versato da coloro i quali hanno permesso che le religioni sopravvivessero all’ostracismo di un governo assolutista deve essere d’ispirazione ai cittadini albanesi ed alle generazioni future.
La cerimonia di iscrizione all’Albo dei Beati si è svolta a Scutari in presenza del Cardinale Bagnasco, dal segretario del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa e di numerosi altri vescovi appartenenti alle conferenze Episcopali membri della Cee.