4 giugno 1944: quando la Vergine Maria salvò Roma

4 giugno: una data simbolo per la città di Roma. In quell’occasione, Roma si pose sotto la protezione della Vergine Maria.

Madonna del Divino Amore
Madonna del Divino Amore (photo websource)

76 anni fa, la città si vedeva finalmente liberata e, soprattutto, incolume dalla distruzione.

Il 4 giugno, per l’Urbe, è una data emblematica. Ricorre infatti il 76° anniversario della liberazione dall’occupazione nazista. Anche gli Alleati, in quell’occasione, risparmiarono la città da eventuali bombardamenti, che l’avrebbero certo rasa al suolo, se non tutta, almeno in parte. Ebbene, proprio in quell’occasione, sotto la guida del Pontefice Pio XII, i cittadini romani posero la loro amata città sotto la protezione della Vergine, in onore della quale, offrirono voti e recitarono novene di preghiere. Roma uscì incolume da quella tragica situazione, sotto il manto protettore della Madonna del Divino Amore.

L’arrivo della Vergine nell’Urbe

L’immagine Sacra della Madonna del Divino Amore si trovava, nei primi anni Quaranta, nel Santuario di Castel di Leva, zona che subì, tra il 1943 e il 1944, diversi bombardamenti. Per preservare l’immagine della Vergine, Papa Pio XII decise di far trasportare l’immagine nel cuore della città, collocandola nella Chiesa della Madonna del Divino Amore, a Fontanella Borghese. Sotto l’invito del Pontefice, migliaia di cittadini romani fecero voto alla Vergine, implorandola, con un voto solenne, per la salvezza dell’amata città. Ebbene, nell’arco di un solo mese, il Pontefice fu costretto a trasportare ancora l’immagine Sacra: l’enorme afflusso di fedeli nella Chiesetta, rendeva insostenibile il culto, c’era bisogno di uno spazio più ampio.

Dalla Basilica di San Lorenzo a Sant’Ignazio

Una Vergine itinerante: l’immagine Sacra di Maria, a cui Roma affidò la sua incolumità, subì diverse traslazioni. Dalla Chiesetta a Fontanella Borghese, nel febbraio del ’44, la Madonna fu trasferita nella Basilica di San Lorenzo in Lucina. Passò un solo altro mese e il Pontefice fece trasferire la Vergine nella Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola. La Madonna del Divino Amore rimase in quest’ultima Chiesa fino all’emblematica data del 4 giugno. Durante il periodo immediatamente precedente, il Pontefice aveva invitato tutti i fedeli a pregare per la salvezza della città, vista l’imminente battaglia tra nazisti e Alleati, un conflitto che metteva a serio rischio l’Urbe.

Il termine dell’ottavario: Roma è salva

L’ottavario di preghiera terminò proprio quel 4 giugno 1944, il giorno in cui Roma conobbe le sue sorti. La Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, in quella data fu raggiunta da migliaia di fedeli, raccolti in preghiera. Come ricorda MetroNews, i fedeli espressero un solenne voto alla Madonna, promettendo “di correggere la propria condotta morale”. Inoltre, i fedeli promisero, in quell’occasione, di erigere un nuovo Santuario a Castel di Leva e di realizzare opere di carità. I tedeschi, nel frattempo, avevano iniziato ad abbandonare la città, con le truppe alleate che facevano il loro ingresso.

Facciata Sant'Ignazio di Loyola
Facciata Sant’Ignazio di Loyola (photo websource)

Il ringraziamento del Pontefice

Era l’11 giugno di quell’anno, quando il Pontefice Pio XII, fino ad allora rimasto in Vaticano per cause di forza maggiore, poté recarsi presso la Chiesa di Sant’Ignazio, per ringraziare la Vergine, che aveva salvato la città dalla distruzione. Come ricorda la fonte, Roma può ancora ricordare il passaggio della Vergine nell’Urbe, grazie a una serie di “tracce” che riportano la memoria a quegli anni. Nella Basilica di San Lorenzo in Lucina è presente infatti un’edicola sulla facciata che recita: “In questa basilica di S. Lorenzo in Lucina l’entusiasmo incontenibile del popolo venerava la Madonna del Divino Amore premessa a più solenni trionfi remunerati con la incolumità di Roma”.

Fabio Amicosante

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