“Temo che mi farò Santo!!!” aveva scritto Papa Paolo VI (Papa Giovanni Montini), che di Santi ne aveva proclamati tanti. Lui, il 262esimo Papa, eletto tale il 21 Giugno del 1963, aveva anche riformato i processi di Canonizzazione ed esortava tutti a riscoprire, nella propria vita, e a colmare ogni lacuna che potesse impedire di avere quell’ardore che tendesse alla santità.
La frase su detta concludeva certi suoi appunti, in cui temeva di non essere affatto Santo, riconoscendo le sue mancanze. Di se diceva, infatti: “Mi manca quella speciale grazia di Dio, che fa prodigiose le vite dei Santi. Mi manca quell’ energia eroica che fa del Santo un essere singolare, fortissimo, tenace e vincitore. Mi manca anche la voglia di far uscire la mia vita dalla beata mediocrità, dal dilettantismo morale, dalla sufficienza minimizzata”.
Ma poi si incoraggiava, sperando di poter mostrare che, in ogni situazione, si possa trovare la maniera più encomiabile per onorare Dio, nel rispetto dei fratelli.
Oggi, come ha ricordato anche Papa Francesco nell’Angelus, ricorrono i 40 anni dalla sua morte, avvenuta il 6 Agosto del 1978, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.
A distanza di tanto tempo dalla sua morte e da quegli scritti, ricordiamo che Papa Paolo VI quell’ ardore dei Santi lo ha poi trovato. Infatti, il 14 Ottobre prossimo verrà proclamato Santo da Papa Francesco, poiché la sua ricerca di ciò che gli poteva mancare, per perfezionare la sua vita e la sua condotta, ha portato buoni frutti, riconosciuti dalla chiesa universale.
E Papa Paolo VI, ancora nei suoi scritti, definiva la santità richiesta al cristiano, che deve essere “un continuo duplice atto di umiltà e di fiducia per disporre l’anima a compiere, come ricevuti in dono, gli altri atti di fede, di speranza, di amore e quelli dell’azione buona e forte esteriore”.
Antonella Sanicanti
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