L’aborto è una delle principali cause di morte, anche in Italia.
Anche nel nostro Paese, moltissime mamme decidono di togliere la vita ai piccoli che portano in grembo.
E’ necessario, dunque, sostenere iniziative pro life, che dedicano conferenze e campagne di informazione, a sostegno della vita, per diffondere il più possibile il messaggio che riguarda il vero significato dell’aborto e le sue orrende conseguenze.
Una di queste iniziative è “40 Giorni per la Vita”, che ha già preservato migliaia di bambini.
Attualmente, nel mondo, l’aborto uccide 40-50 milioni di bambini ogni anno, ossia 125.000 bambini al giorno. Pensate, dunque, al numero di mamme e papà che poi dovranno convivere con questo rimorso tutta la vita.
Così, nel 2014, in Texas, si decise di fare un’ora di preghiera per queste persone, perché si ravvedessero o si fermassero prima di decidere per l’aborto; ora sono diventati 40 giorni, a cui hanno aderito 50 Stati, Italia compresa.
L’iniziativa “40 Giorni per la vita” sta avendo la sua efficacia, poiché molte persone che praticavano l’aborto hanno smesso e circa 25 cliniche abortiste hanno chiuso, salvando almeno 14.000 bambini.
Proprio sabato scorso, si è aperta la Campagna di Primavera 2018 di “40 Giorni per la Vita” e, New York, ad esempio, una moltitudine di persone ha partecipato ad una Messa e ad una processione, pregando e chiedendo la misericordia di Cristo, per coloro che, come genitori o come medici, hanno partecipato ad una pratica abortiva.
La Messa è stata celebrata dal Vescovo Peter Byrne, dell’Arcidiocesi di New York, nella Cattedrale di St. Patrick.
La processione che ne è conseguita ha visto una recita corale del Rosario e si è diretta verso la clinica di Planned Parenthood.
La Planned Parenthood, in più sedi, si occupa di genitorialità pianificata e, negli Stati Uniti, si batte in favore della legislazione dell’aborto, dell’educazione sessuale, dell’accesso ai servizi medici, opponendosi fortemente agli obiettori di coscienza.
Al corteo hanno partecipato non solo cristiani, non solo sacerdoti e suore, non solo obiettori di coscienza, ma tutti coloro che, semplicemente, vogliono difendere la vita, tutti coloro che sono consapevoli che la vita inizia al momento del concepimento e che ne deducono che l’aborto è un omicidio, a qualunque stadio della gravidanza.
Non sono mancate le urla di proteste contro il corteo, ma non hanno scalfito lo spirito delle persone concentrate in preghiera e che avevano l’obiettivo comune di portare a compimento la loro missione che celebrasse della vita.
Antonella Sanicanti