I 46 Miracoli accertati, Attribuiti a Santa Rita..

 

Dalla biografia di Padre Cavallucci, riprodotta nel primo volume della Documentazione ritiana antica, si osserva che fin da allora accanto all’arca di Rita si vedevano “molte immagini d’argento, di cera, di figure in tavole ed in tela, di ferri, di catene di schiavi, di canne rotte di schioppi”, il tutto “fedelissimamente registrato dai Notai alla presenza dei testimoni.

Presso il sacro corpo di Rita, continua il biografo, “si vede molti infermi e feriti essere risanati di gravissima infermità, molti ciechi essere stati illuminati, molti muti a nativitate aver ricevuto la loquela, stroppiati e zoppi essere stati risanati”; in più gli indemoniati venivano liberati e non mancava chi asseriva di esser scampato a morte certa grazie all’intercessione di suor Rita.
In questa biografia si citano quarantasei miracoli, i primi undici dei quali risalgono tutti al 1457 dal che si può desumere che essi siano quelli riportati dal notaio casciano Domenico Angeli. Eccoli:

  1. A dì 25 di Maggio 1457. Battista D’Angelo dal Colgiacone essendo privo a fatto di luce degli occhi, mandò devoti preghi al Signore Dio avanti il corpo della Beata Rita, e per misericordia infinita fu esaudito, ritornandogli la vista come prima.
  2. A dì 25 del detto mese medesimamente Lucretia di Ser Pauolo da Colforcello tutta male stante per la quantità de gli anni, e gonfia per hidropisia, fattasi portare avanti al corpo della Beata Rita, facendo devote orazioni, ritornò nella pristina sanità.
  3. Pure nello stesso mese una donna chiamata Cecca d’Antonio sorda da un orecchio per cinque anni continui, invocando principalmente l’Onnipotente Dio e la Beata Rita fu liberata con chiarissimi segni in presenza di molto popolo.
  4. A dì 29 del detto mese. Salimene d’Antonio dal Poggio avendo un dito della mano privo a fatto di senso per lungo tempo, accostatolo al corpo della Beata con gran reverenza ed umiltà, devozione e fede, fu fatto libero alla presentia di molte genti, versando molte lagrime, ne rese grazie al Signore ed alla Beata Rita.
  5. All’ultimo di Maggio 1457. Giacomuccia di Leonardo da Ocone tormentata per molti anni da gravissimi dolori di gambe ed enfiatione di corpo per così gran dolore intenso pochissimo mangiava in due anni, essendo portata a braccia avanti al corpo della Beata, ed ivi raccomandandosi al Signore, ed a Lei, fermatasi in Chiesa per otto giorni, fu fatta libera, e con grandissimo suo contento ringraziò Dio principalmente, e la Beata Rita.
  6. Nel giorno medesimo Cecca di Gio. da Biselli di Norcia essendo nata muta, come testificano i parenti ed altri che vennero seco a visitare il detto corpo, fattene devote orazioni comincio a parlare e dire Ave Maria ed altre parole, con grandissimo stupore dei parenti e di tutto il popolo.
  7. Al 2 di Giugno 1457. Matteo del Re d’Ocone aveva Bernardo suo figlio con una pietra dentro alla vescica, che gli dava grandissimo dolore, vedendo mille morti l’hora, lo votò alla Beata Rita, per cui meriti fu per Divina grazia liberato.
  8. A dì 3 del detto mese Spirito d’Angelo da Cassia aveva patito d’una sciatica intensissimo dolore per quattro anni continui, ricorrendo alla Beata Rita restò libero.
  9. A dì 7 Mattia di Cancro da Rocca Indulsi di Norcia essendo nata muta e condotta dai suoi parenti al detto corpo facendosi orazione da tutti i circostanti, ottenne gratia da Dio di parlare con la lingua sciolta, e fu di stupore a tutte le genti, che la sentirono parlare, e sopra ciò furono fatte processioni da tutti i Sacerdoti ed una Predica dal R.P. Maestro Giovanni Pauletti da Cassia.
  10. Nel detto giorno Cecco d’Antonio di San Cipriano dalla Matrice muto dalla nascita condotto dal suo Padre al corpo della Beata Rita con caldissime orazioni fermatosi due giorni, ricevette la grazia della loquela con grandissimo stupore di tutto il popolo.
  11. A dì 8 di giugno 1457. Lucia di Santi dal Castel di Santa Maria di Norcia cieca a fatto d’un occhio per spatio di 15 anni, e l’altro occhio aveva appannato in modo che a pena vedeva un poco di lume, menata a mano avanti il corpo della Beata Rita, ove dimorando per quindici giorni con orazioni fu finalmente illuminata dell’uno e dell’altro occhio, con lacrime e sospiri rendeva grazie infinite alla Divina Maestà.

Come si può constatare, le guarigioni miracolose riguardano le malattie più diverse, anche cecità e mutismo risalenti alla nascita.
Gli altri miracoli erano avvenuti tra il 1447 e il 1603. Si tratta di guarigioni da malattie di ogni genere: paralisi totali, pietra nella “vesciga”, difficoltà di parola, ferite considerate inguaribili e andate in putrefazione, ascessi in gola, pazzia, ossa rotte, piaghe purulente, emorragie, possessioni da “spiriti immondi”, peste, cancro alla gola e altro ancora.

Oltre a citare i miracoli accuratamente accertati e protocollati, il Padre Cavallucci informa che “ancora oggi nel tempo nostro nell’aprir della Cassa e dell’arca dove si trova quel corpo, si sente una fragrantia, la quale pare fatta di varie misture odorifere, sentendosi finché la detta cassa sta aperta, anzi s’è osservato con gran diligenza, e trovato per cosa verissima, che per ciascheduna volta che Nostro Signore Gesù Cristo concede qualche grazia per intercessione della Beata Rita, quest’odore e questa fragrantia si sente tanto maggiormente molti giorni prima, e doppo etiam che la cassa stia serrata, come più volte è successo, e che doppo la fragrantia di molti giorni è comparso alcuno di varie Città e Terre a portare elemosina in soddisfattioni de’ lor voti…”.

Il Cavallucci aggiunge ancora che le monache del monastero usavano nel mese di maggio preparare dei piccoli pani che nel giorno della festa di suor Rita, il 22 del mese, distribuivano ai bisognosi; e “per avere gustato detto pane” molti venivano liberati dalle febbri e da altre infermità.
Ma c’è di più: l’olio della lampada che veniva tenuta costantemente accesa sopra la cassa di Rita, era ritenuto miracoloso, per cui le monache “danno dell’olio di essa lampada a vari per ungere i membri de’ corpi addolorati da qualsivoglia dolore, e s’è trovato con verità che quest’olio ha operato grandissimo giovamento a molti”.

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