5 marzo: Mercoledì delle Ceneri, la Madonna ci chiama a tornare a Dio

Con il Mercoledì delle Ceneri comincia il cammino quaresimale, tempo di digiuno e pentimento. Il richiamo alla conversione è una costante di tutte le apparizioni della Madonna nel corso dei secoli.

La Quaresima inizia con il Mercoledì delle Ceneri, primo giorno di una stagione di pentimento e digiuno in attesa della Pasqua di Resurrezione di Cristo. È un tempo in cui tutti i fedeli sono chiamati a una più profonda conversione del cuore.

In altre parole, il Mercoledì delle Ceneri ci riporta all’essenza della vita cristiana. Non per nulla le numerose apparizioni della Beata Vergine Maria nel corso della storia – pensiamo solo a Lourdes, a Fatima o a Medjugorje – non fanno altro che ricordare l’urgenza di ritornare a Dio in un mondo che sembra correre spedito verso la propria autodistruzione.

Ogni volta che l’umanità versa in una grave situazione la Vergine appare per ammonire e metterci in guardia contro le conseguenze del peccato – prima fra tutte la separazione da Dio, causa di ogni male. Maria invita costantemente alla preghiera e alla conversione, unica strada per trovare la nostra vera libertà.

Come ricordò in una vecchia intervista il grande mariologo René Laurentin i messaggi della Madonna fanno eco al Vangelo e «ci invitano alla preghiera, alla conversione, al pentimento, al digiuno, alla lettura della Bibbia. In vari modi, a seconda dei tempi e della rilevanza profetica di ogni singolo messaggio. Ma senza mai andare oltre quella che è la Dottrina della Chiesa».

Il medesimo invito alla conversione, alla penitenza e al digiuno possiamo ritrovarlo nella liturgia del Mercoledì delle Ceneri, durante la quale vengono poste sul capo dei fedeli delle ceneri derivanti dalla combustione dell’ulivo benedetto della Domenica delle Palme dell’anno precedente.

Cenere, simbolo di purificazione dal male

Il simbolo delle ceneri nella Bibbia indica, insieme alla polvere, la fragilità della condizione umana. Ma mentre la polvere precede l’esistenza, la cenere rappresenta l’ultimo stadio di quanto rimasto a seguito della combustione. Le ceneri simboleggiano dunque la nostra condizione di esseri mortali, ci ricordano la fugacità dell’esistenza.

Benedetto XVI imposizione ceneri
Foto Ansa – lalucedimaria.it

La cenere insomma è un concreto promemoria che rappresenta la morte, ricordandoci che se i nostri corpi andranno inesorabilmente incontro al decadimento, le nostre anime continueranno a vivere per l’eternità. La cenere, dato il suo legame con il fuoco che la produce, è anche simbolo di purificazione dal male («puro» deriva dal greco pŷr, pyrós ovvero «fuoco»).   

Nell’Antico Testamento cospargersi o coprirsi di cenere (come gli abitanti di Ninive che accolgono l’invito alla conversione rivolto loro dal profeta Giona) indica una sincera volontà di pentimento, quando si accompagna a una sincera conversione del cuore e al desiderio di fare la volontà di Dio.

Anche Gesù riprende il simbolo della cenere nel ricordare ai concittadini ostili alle sue parole che i pagani si sarebbero pentiti e avrebbero mutato direzione di vita se avessero veduto quanto hanno visto loro: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite» (Lc 10,13;  Mt 11,21).

Ricevere le ceneri sul capo è un invito a ricordare la caducità della nostra esistenza terrena e prendere coscienza che il peccato (il cui salario, ci ricorda San Paolo, è la morte) col pentimento viene bruciato dalla fiamma incandescente dell’amore divino, pegno di resurrezione e della vita eterna.

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