5 pornostar morte in poche meno di tre mesi sono davvero troppe. Non si può più parlare di una semplice casualità
E’ possibile trovare un legame tra le morti delle cinque attrici hard scomparse negli ultimi tre mesi? Se si eccettua il caso di Olivia Nova (20 anni) morta lo scorso 7 gennaio a causa di un infezione alle vie urinarie, probabilmente sì. Da un lato c’è un legame psicologico, le ragazze in questione erano dotate di una grande sensibilità che le rendeva fragili al cospetto della società, dall’altro c’è quello lavorativo legato ad un’industria che in alcuni casi tratta i suoi protagonisti principali come carne da macello, almeno secondo quanto affermato da Karen Lancaume, attrice suicidatasi nel 2005 che definiva i set dei film porno come “Mattatoi a luci rosse”.
L’ultima ragazza ad aver ceduto ad una crescente depressione è stata Olivia Lua (il cui nome d’arte era Olivia Voltaire), suicidatasi ingerendo un mix letale di droga e farmaci, mentre si trovava in riabilitazione nella clinica West Hollywood. Olivia, infatti, quella depressione, quel senso di vuoto aveva cercato di combatterlo in ogni modo, prima cadendo in un vortice di dipendenza da droghe e alcol, quindi chiedendo aiuto ad amici e parenti e cercando di disintossicarsi per trovare un futuro migliore di quello che la sua attività le prospettava.
Ma il dolore causato da quel male interiore era troppo forte e, nonostante avesse lottato con tutte le sue forze, alla fine era arrivata alla conclusione che la morte non le faceva più paura. A dimostrarlo non è solo il gesto estremo che l’ha condotta alla morte, ma quell’ultima frase postata sul proprio profilo Twitter che recitava quanto segue: “Lo sento ovunque. Non mi fa più paura”. Chi sentiva ovunque’ Quale presenza avvertiva? Quelle parole dimostrano come Olivia fosse disposta a sconfiggere il suo dolore o quella presenza ad ogni costo, persino a discapito della propria vita se fosse stato necessario.
Eppure nessuno ha colto in tempo quell’ennesima richiesta d’aiuto ed il giorno dopo la notizia della sua morte è stata annunciata dall’agenzia che ne curava gli interessi, la LA Direct Models: “Di recente sono stati fatti molti commenti sul numero di pornostar scomparse negli ultimi mesi. Con grande tristezza dobbiamo informare che la lista è aumentata. Olivia Lua è morta questa mattina”. Quelle stesse sensazioni hanno accompagnato la morte delle sue colleghe, anche se le loro storie probabilmente sono caratterizzate da differenze sostanziali nel percorso che le ha indotte al suicidio.
Shyla Stylez è stata la prima, il suo corpo è stato trovato privo di vita nella casa della madre a Los Angeles il 9 novembre (ancora da appurare le circostanze legate alla sua morte). Quindi è toccato a August Ames la cui fragilità è stata scossa dalle ingiuste accuse di omofobia: la ragazza era stata attaccata sui social per aver rifiutato di recitare con un attore che in passato aveva girato film porno per gay. Il suo rifiuto non era dovuto ad una discriminazione, ma alla paura di contrarre l’Aids, ciò nonostante il gregge di internet non si è fermato ed ha continuato a farne un capro espiatorio. Quindi è stato il turno di Yuri Luv, suicidatasi ingerendo numerose pillole.
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