Oggi 8 aprile è San Dionigi da Corinto: nelle sue lettere la fede di un grande pastore

Vescovo e molto dotto, san Dionigi da Corinto fu particolarmente apprezzato dai suoi contemporanei e ha lasciato delle lettere con cui ha trasmesso la fede alle comunità cristiane. 

San Dionigi da Corinto
San Dionigi da Corinto – lalucedimaria.it

L’8 aprile ricorre la memoria liturgica di san Dionigi da Corinto, vescovo del II secolo. Nonostante ci siano poche informazioni su di lui, si sa che era molto apprezzato e stimato dai suoi contemporanei e che ha influito sul panorama culturale e religioso del suo tempo.

Il suo nome spesso viene cambiato in Dioniso, e si sa che svolse il ministero episcopale a Corinto dall’anno 166 al 174. Le fonti più autorevoli e accreditate che riportano notizie su questo santo ci giungono dal De viris illustribus di san Girolamo e negli scritti di Eusebio di Cesarea.

Santo di oggi 8 aprile: San Dionigi da Corinto

Il Martirologio Romano commemora san Dionigi da Corinto sottolineando che “dotato di una mirabile conoscenza della parola di Dio, istruì con la predicazione i fedeli della sua città e con lettere anche i vescovi di altre città e province”.

Fu vescovo sotto il pontificato di papa Sotero. Sono le lettere scritte da santo che costituiscono la maggior fonte per conoscere il suo pensiero e la sua spiritualità. Eusebio di Cesarea ne ha conservato vari frammenti interessanti. Risultano otto lettere di questo santo vescovo, che furono da lui composte e inviate alle Chiese di Atene, di Lacedemone, di Amastri nel Ponto, di Cnosso in Creta.

I frammenti che sono rimasti fino a noi non contengono informazioni dirette su san Dionigi, ma forniscono importanti elementi che fanno comprendere la religiosità di alcune città e regioni e anche i suoi insegnamenti.

Le lettere alle comunità cristiane

Oltre a quelle già elencate esiste un’ulteriore lettera, che san Dionigi scrisse e inviò a Crisofora, una donna cristiana del suo tempo. Di tutte le lettere ci sono pervenuti solo alcuni frammenti di quella destinata ai romani. Questi frammenti risultano molto importanti perché rendono testimonianza dell’apostolato e del martirio dei santi Pietro e Paolo a Roma.

Di questa lettera alla comunità di Roma si conoscono, quindi, alcuni brani. San Dionigi scriveva: “Avete ereditato dagli avi l’usanza di prendervi cura in vario modo di tutti i fratelli. Avete alleviato così le sofferenze dei bisognosi“.

In questo modo il vescovo intendeva sottolineare la preminenza della Chiesa romana, che andava in aiuto e soccorreva le altre comunità. Scirsse anche in riferimento al papa Sotero scrivendo: “E il vostro beato vescovo Sotero li ha beneficiati con gli aiuti inviati ai santi. Ha esortato i fratelli con parole di beatitudine. Come fa un padre affettuoso con i figli“. Voleva perciò evidenziare la bontà e la magnanimità di quel pontefice.

La morte e il culto

Non si conosce la data della sua morte, ma si sa che fiorì il culto legato alla sua figura. È inserito nel Martirologio Romano con la data della memoria liturgica fissata per l’8 aprile, e se ne può dedurre che molto probabilmente è in riferimento al suo dies natalis.

Il Sinassario Costantinopolitano, invece, lo ricorda il 29 novembre come martire, anche se non ci sono elementi certi che ne attestano il martirio. Le spoglie mortali di san Dionigi da Corinto furono traslate a Roma e consegnate dal papa Innocenzo III nel XII secolo ad Emerico, il priore del monastero di San Dionigi in agro parisiensi.

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