Una vedova gravemente malata trova conforto per le sue piaghe rivolgendosi a Nostra Signora del Biancospino.

“Nuestra Señora del Espino”, vale a dire Nostra Signora del Biancospino è venerata a Chauchina, comune spagnolo di poco più di 4.300 abitanti della provincia di Granada. Questa Madonna, vestita di azzurro e con una corona del Rosario in mano, è legata a una vicenda davvero fuori dall’ordinario.
Il 4 aprile 1859 la ventenne Rosaria Granados Martin, una umile donna del posto, convola a nozze con Manuel de Cantos Romero. Molto presto però rimane vedova e con tre figli da mantenere: José, Diego e Francesco.
Rosaria cerca di tirare su i tre figli educandoli cristianamente e con il buon esempio delle preghiere e delle opere di carità cristiana. I dolori per la giovane mamma non sono finiti: uno dei tre figli viene ucciso in un villaggio di Granada, dove la donna vive insieme ai figli come custode di una casa colonica.
Accade che proprio l’assassino venga a chiedere rifugio nella sua casa. Rosaria viene a sapere da un altro figlio quanto accaduto e pur straziata dal dolore decide di non consegnare alla giustizia l’assassino di suo figlio. Gli concede anzi il perdono, memore dell’esempio della Vergine Maria che sul Calvario aveva perdonato i carnefici del Figlio.
Non solo: prima di congedarlo, Rosario provvede anche a rifocillare chi le ha ucciso il figlio. Successivamente l’uomo viene comunque catturato. Rosaria, al pensiero che anche quell’uomo ha una madre, prega il Signore di non essere costretta a prestare testimonianza contro di lui in tribunale.
Le sue preghiere vengono esaudite: l’assassino muore otto giorni prima della data fissata per il processo, dando segni di sincero pentimento prima del trapasso.
Il miracolo di Nostra Signora del Biancospino
Anni dopo – nel 1903 – Rosaria si ammala seriamente: una gamba è martoriata da ulcere cancerose. Oltretutto il proprietario della casa presso cui presta servizio come domestica e vive insieme ai figli la maltratta e non vuole più averla nella sua abitazione a causa dell’odore e della vista della sua nauseabonda malattia.
Alla mattina del 9 aprile 1906 Rosaria si vede avvicinare da una donna in lutto che ha un rosario nero in pugno e si offre di curarla. In cambio chiede solo di essere accompagnata al cimitero, piuttosto distante da dove si trovano.

Rosaria, che fatica molto a camminare, lungo il tragitto recupera gradualmente la capacità di muoversi con le proprie gambe. Giunte all’ingresso del cimitero, le due donne si inginocchiano per pregare. Infine Rosaria, spossata per lo sforzo, si addormenta.
Grande è la sua sorpresa al risveglio quando si accorge che le sue piaghe – come pure la misteriosa donna – sono scomparse. Subito la vedova miracolata corre in città per raccontare quanto le è successo. Tutti concordano che la figura che le è apparsa doveva essere la Santa Vergine Addolorata.
Viene deciso di costruire una cappella vicino al roveto. Molte persone offrono a Rosaria dei soldi, considerata la sua situazione di estrema povertà. Lei però rifiuta qualsiasi offerta per scongiurare ogni speculazione su una possibile strumentalizzazione dell’apparizione a proprio beneficio.
Alcuni anni dopo, verso il 1918, nella città di Granada, José Farrugia si sente rivolgere questa richiesta dalla statua antica della Madonna Addolorata: «Portami a Chauchina!». Alla terza richiesta di questo genere, l’uomo decide di donare l’immagine al santuario.
Quando Rosaria la vede, esclama: «Sembra davvero la buona donna che mi ha soccorso!». L’immagine in lacrime, risalente al XVII secolo, è stata incoronata canonicamente il 9 settembre 2006.
Preghiera a Nostra Signora del Biancospino
Regina dei martiri, che sostenesti i più atroci dolori
e compisti nel tuo cuore il più eroico dei sacrifici,
io voglio unire le mie pene alle tue. Vorrei essere vicina a te
come san Giovanni e le pie donne per consolarti della perdita del tuo Gesù.
Purtroppo riconosco che anch’io con i miei peccati,
sono stato causa della morte del tuo Figlio diletto.
Ti chiedo perdono, o madre addolorata.
Accetta in riparazione l’offerta che io ti faccio di me stesso,
e il proposito di volerti sempre amare per l’avvenire.
Metto nelle tue mani tutta la mia vita; fa’ che io possa farti amare
anche da tante anime che vivono lontane del tuo Cuore materno. Amen.