Santa Francesca Romana è considerata la “santa di Roma”, la sua città a cui ha fatto tanto bene. Moglie, madre e poi oblata, ebbe doni mistici e vessazioni del demonio.
A Roma è molto venerata, santa Francesca Romana, che si ricorda oggi, 9 marzo, è stata una moglie e una madre, prima di diventare una religiosa, nella seconda parte della sua vita.
Nata da una ricca e nobile famiglia di Roma nel 1384 con il nome di Francesca Bussa de’ Leoni viene data in sposa a soli 12 anni a Lorenzo de’ Ponziani. In quegli anni vive un periodo di profondo malessere interiore ed esteriore.
Non vuole sposarsi perché aveva maturato il desiderio di intraprendere la vita monastica e cade in un profondo stato di costernazione. La sua fede era già forte e per questo rifiuta il ricorso alle arti magiche a cui vogliono sottoporla i genitori per guarirla. La guarigione arriva, ma solo dopo una visione mistica. Dopo aver accettato il matrimonio ritrova la serenità.
Anche dopo il matrimonio la vita per Francesca non è facile. I primi tempi nel palazzo dei Ponziani a Trastevere, dove si trasferisce presso la famiglia del marito, rappresentano per lei una durissima prova e per la sofferenza cade nell’anoressia, fin quasi a morire.
La aiuta la cognata Vannozza e pian piano si riprende. A 16 anni diventò madre del primo do 6 figli, 3 dei quali accompagnati in cielo dopo dopo la nascita. Quando nel 1401 muore la suocera, il suocero le affida la gestione della casa.
Ha perciò le chiavi della dispensa dei granai che lei svuota per sfamare i poveri. Nel 1409 il marito viene ferito in battaglia e rimane semiparalizzato. Francesca ottiene di poter vendere i suoi gioielli e di fare una vita semplice. Si veste, così, con un grezzo abito di stoffa ruvida e va in giro per le strade della città ad aiutare i poveri e ad elemosinare per loro.
Naturalmente riceve la derisione e l’ostilità della nobiltà, tanto più quando durante un’epidemia di peste apre le porte del suo palazzo agli ammalati.
La spiritualità di Francesca conosce lunghi e aspri periodi di combattimento con il demonio. Ne subisce le vessazioni anche se a sostenerla c’è sempre il suo Angelo Custode. In molte rappresentazioni artistiche, infatti, è raffigurata con un angelo al suo fianco.
Per la protezione del suo Angelo Custode è diventata la protettrice degli automobilisti poiché si diceva che lui la guidasse anche nel buio illuminandole il cammino.
Nel 1436 il marito muore e, rimasta vedova, lei decide di entrare nel monastero delle Oblate della Santissima Vergine (oggi Oblate di Santa Francesca Romana). Era stata lei stessa ad aver dato vita a questa congregazione, diversi anni prima, il 15 agosto 1425, quando costituisce l’ordine composto da 9 donne della nobiltà romana che avevano seguito il suo esempio di dedicarsi al prossimo lasciando i loro agi.
Facevano vita comune nel palazzo a Tor de’ Specchi nei pressi del Campidoglio, seguendo la Regola di san Benedetto. Lei visse con loro i pochi anni fino alla sua morte arrivata il 9 marzo 1440. La popolazione romana la pianse per tre giorni rendendo omaggio alle sue spoglie. Tutti la chiamavano affettuosamente “Ceccolella”.
Canonizzata nel 1608, santa Francesca Romana è diventata compatrona di Roma insieme ai santi Pietro e Paolo e san Filippo Neri. Sono innumerevoli le grazie e i miracoli che si attribuiscono alla sua intercessione fin da quando era in vita e poi nel corso dei secoli. Viene invocata anche per la liberazione delle anime del Purgatorio.
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