La Settima Stanza è un omaggio alla figura di Santa Edith Stein, donna polacca di famiglia ebraica con un’intelligenza vibrante.
Nella pellicola si parla della sua conversione al cattolicesimo e della tragica morte nella settima stanza di Auschwitz.
Chi era Edith Stein
Nata in Polonia ad inizio ‘900, Edith Stein era l’ultima arrivata di una famiglia ebraica. Sin da ragazzina ha rifiutato i dettami della religione ebraica e in età adolescenziale è diventata atea. Solo in età adulta, dopo aver letto un manoscritto di Santa Teresa d’Avila è divenuta cattolica e da filosofa si è tramutata in monaca e teologa. La sua lotta per i diritti della donna e quella per introdurre il rapporto tra razionalità e fede la rendono un’icona del femminismo e una pioniera del cattolicesimo moderno.
La Settima Stanza, il film sulla vita di Santa Edith Stein
Il film biografico su Edith Stein diretto da Márta Mészáros ‘La Settima Stanza’ (1995) vuole rendere giustizia alla figura di questa grande donna. La pellicola inizia il racconto da quando, nel 1922, la giovane studiosa e assistente di Husserl, viene a contatto con un libro di Santa Teresa d’Avila. Lo scritto la folgora a tal punto da convincerla che il cattolicesimo è la verità. La scelta di convertirsi la rende invisa alla sua famiglia e soprattutto a sua madre, ma lei ha sentito la chiamata e non cambia idea.
Dedita alla teologia e all’insegnamento, nel corso degli anni ’30 Edith, divenuta nel frattempo Teresa Benedetta della Croce, si deve confrontare con un problema sociale enorme. Durante la famigerata “Notte dei Cristalli” viene fatta fuggire dal Convento delle Carmelitane dove si è rifugiata con la sorella Rosa. Le due vengono mandate in Olanda ma poco dopo i nazisti invadono il Paese e vengono arrestate. Trasportata ad Auschwitz, muore nella settima stanza.
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Luca Scapatello