La situazione sanitaria del Molise, finora quasi in totale sicurezza, è stata scossa negli ultimi giorni da un funerale Rom che ha portato 70 contagi in meno di 48 ore.
Fino a quel momento, i numeri dell’intera regione parlavano di 200 casi totali dall’inizio della pandemia. Visto che però che nei giorni scorsi i controlli delle forze dell’ordine si sono dimostrati capillari, al limite dell’invadenza ingiustificata, ci si chiede come sia stata possibile questa evidente disparità di trattamento.
Perché queste disparità di trattamento?
Droni che inseguono runner tra i boschi, poliziotti che rincorrono bagnanti nelle spiagge deserte, manifestanti che rischiano la chiusura delle attività, parroci che celebravano all’aperto con sei o sette persone sedute sul sagrato, tutti rigorosamente perseguiti e multati.
Per settimane ci sono stati decessi uno dietro l’altro, e per nessuno di loro si è potuto fare un funerale. Ci sono state famiglie che da un momento all’altro hanno perso i propri cari senza nemmeno poterli rivedere. Sono stati avvisati al telefono dalle forze dell’ordine, e stop. Alcuni di loro sono stati cremati senza nemmeno averne espresso la volontà, perché non c’era più posto nei forni crematori.
Il caso di Lecce e quello di Campobasso. Giustizia ingiusta?
L’ultimo caso è avvenuto a Lecce, dove al funerale di una ragazza di 32 anni la vigilessa ha fatto irruzione in chiesa fermando la cerimonia e chiedendo i documenti ai presenti. Un fatto che ha mandato su tutte le furie i parenti della giovane, e che ha spinto la mamma a indirizzare al sindaco cittadino una lettera di fuoco.
E poi si vedono scene di risse in strada, gruppi che cantano cori politici ad esempio per la festa della Liberazione, infine un funerale nel pieno centro di un paese relativamente piccolo come Campobasso, si dice non autorizzato ma comunque pieno zeppo di persone davanti agli occhi di tutti. Ma come è stato possibile?
Dopo settimane di allarmi, un mega funerale in centro riapre ai contagi
Abbiamo visto per settimane riprendere con il proprio smartphone il vicino di casa che si faceva una passeggiata per prendere un po’ d’aria, e un funerale in pieno centro organizzato dalla comunità Rom non ha provocato nessuno scandalo. Ma ha fatto schizzare in alto i contagi gettando nuovamente nel panico l’intera regione, e si spera non l’intero paese. Ovviamente.
Il Molise infatti non ha nemmeno 300mila abitanti, e 70 nuovi contagi in meno di 48 ore significano un allarme per tutti i commercianti e i ristoratori che in questi giorni sperano nella riapertura delle proprie attività. I primi campanelli sono arrivati lo scorso giovedì, quando al reparto malattie infettive dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, unico hub del Molise, è stata ricoverata d’urgenza una donna rom.
Chi sono le famiglie che hanno organizzato il funerale
A Campobasso i rom sono più di 300, e tra questi figurano diverse famiglie importanti. Quei personaggi cioè per i quali, in altre occasioni, abbiamo visto carrozze e cavalli. Vivono nella immediata periferia cittadina, e una di loro è stata la nuova paziente uno per il Molise, alle prese con la seconda fase. Da lei infatti, a tappeto, sono arrivati altri contagi dopo gli screening dei tamponi molecolari.
Venti, quaranta, cinquanta. Ad oggi sono settanta i nuovi contagiati, e il monitoraggio sembra non finire. Anzi, si dice che i numeri siano destinati a salire nei prossimi giorni, in un’area del paese, il sud, che fino ad ora è sembrata rimanere in gran parte fuori dai pericoli maggiori del coronavirus. Così il Molise, con una cascata di contagi in stile effetto domino, è caduta nuovamente nel panico.
I rom molisani e le imposizioni sanitarie
Sono rom ma molisani, campobassani, radicati nel territorio da tempo, che però accettano di essere chiamati “zingari”, quasi come se fosse una rivendicazione etnica. A loro fanno capo diverse attività, alcuni sono legati ai servizi sociali. Ma tuttavia, si scrive, allergici al distanziamento. Alle regole richieste per il coronavirus, insomma, si scrive che non tengano molto. D’altronde in Molise ci sono aree disabitate e paesi quasi spopolati.
In questo contesto, i rom vivono la loro naturale vita di aggregazione come se nulla fosse. Così ha avuto luogo il funerale, che rischia di trasformarsi in una nuova drammatica bomba epidemiologica. Su cui la regione e l’Asl hanno fatto partire indagini giudiziarie. Nel frattempo, sui social e per le strade si è scatenata una guerra senza fine.
Cosa è successo
In tutto ciò, ha provato a fare chiarezza il sindaco Roberto Gravina, del Movimento 5 stelle, accusato sui social di non essere riuscito a impedire questo evento. “Nessun funerale è stato autorizzato”, ha affermato.
“Era stata inoltrata richiesta di celebrare il funerale ma c’è stato un ovvio diniego. La tumulazione al cimitero e la benedizione ci sono state, ma erano meno di dieci persone e si tenevano a distanza”, è stato il suo chiarimento.
La ricostruzione del sindaco
La ricostruzione del sindaco è poi andata oltre. “I rom avrebbero voluto celebrare il funerale nella chiesa di San Pietro, ma il parroco è stato diffidato a celebrare le esequie e ha chiuso la chiesa. È stata accordata solo la benedizione”, si giustifica. Tuttavia, i rom non hanno accettato la limitazione, e prima hanno deciso per la cerimonia, poi dalle cinque o sei persone previste si è passati a una folla, raccolta in processione dietro la bara.
O meglio, un “assembramento”, con oltre cinquanta persone che piangevano, si abbracciavano e si confortavano tra loro. Una donna ha voluto filmare l’evento, scandalizzata, dal suo balcone.
Deboli con i forti e forti con i deboli?
Ci si chiede allora, ancora, perché tanto zelo per impedire una preghiera in chiesa, una passeggiata, una manifestazione per chi ha perso il proprio lavoro, e così tanta elasticità per manifestazioni plateali come queste, oppure per le risse tra decine e decine di persone che si sono scatenate in città italiane come Torino, sotto gli occhi attoniti degli abitanti del quartiere. Perché la vecchina che prega no e il malvivente che picchia sì? Forti con i deboli e deboli con i forti?
Nel video sono stati identificati dalla polizia i due terzi delle persone presenti, “che saranno sanzionate”, scrive il comune di Campobasso. “Ai rom saranno elevate sanzioni salate per non aver rispettato le leggi in vigore durante il lockdown che vietavano gli assembramenti”, afferma la Questura.
Giovanni Bernardi
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