Ci si chiede infatti se ci siano dei modi privilegiati per mantenere un “contatto vivo” con i propri cari attraverso la preghiera.
Perciò è importante conoscere quali preghiere recitare per i defunti, oppure qual è il modo consigliato dalla Chiesa e dalla tradizione cristiana.
Su Toscana Oggi un teologo prova a rispondere alla domanda posta da un lettore, innanzitutto partendo da quanto afferma la Chiesa cattolica, per andare poi ad approfondire che cosa hanno detto alcuni dei principali santi a riguardo.
Cosa dice il Catechismo a riguardo
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, infatti, ribadisce l’importanza della preghiera per i defunti in particolare al numero 958, dove afferma che «la Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e, poiché “santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati” (2 Mac 12,46), ha offerto per loro anche i suoi suffragi. La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore».
Poco dopo, al numero 1032, si spiega che «fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti».
Tuttavia, da sempre la storia cristiana e la vita di fede dei cristiani si intesse con la preghiera costante per i defunti. Grandi testimonianze provengono infatti dai primi secoli della cristianità. Tra queste, ce n’è una molto significativa che riporta il teologo, e che è una preghiera di un figlio per il proprio padre: «Concedi il riposo all’anima di mio padre, tu che sei il riposo, la vita e la risurrezione».
I consigli dei Santi sulla preghiera per i defunti
Anche i Padri della Chiesa raccomandarono in più occasioni questo tipo di preghiera, da Tertulliano ad Agostino, da Ambrogio a Gregorio di Nazanzio. Quest’ultimo in particolare prega in questa maniera per il fratello defunto: «Accogli oggi il nostro fratello Cesario quale primizia del nostro pellegrinaggio».
Preghiere meravigliose provengono inoltre dal Medioevo. Tra queste, ve n’è una di santa Gertrude, che si rivolge a Dio dicendo: «Ti saluto e benedico, dolcissimo Gesù, ti adoro e ti ringrazio per tutti i benefici di cui hai colmato la tua gloriosa Madre e tutti i tuoi eletti. Desidero unirmi ora all’amore dei tuoi santi che ti glorificano e ti ringraziano per la salvezza ottenuta per mezzo della tua Incarnazione, Passione e Risurrezione e ti prego di supplire con i meriti e con le preghiere della tua e nostra Madre Immacolata e dei santi a quanto manca a quell’anima per giungere nella Patria beata e poter godere per sempre della tua presenza. Amen».
Altrettando significativa e affascinante è invece la preghiera di Sant’Ambrogio, che riporta anche all’oggi e alla situazione che molti stanno vivendo. La preghiera dice: «Signore Dio,/non possiamo sperare per gli altri/ più di quanto si desidera per se stessi./Per questo io ti supplico: non separarmi/dopo la morte/ da coloro che ho così teneramente amato sulla terra./ Fà o Signore, ti supplico/ che là dove sono io gli altri si trovino con me,/ affinché lassù possa rallegrarmi della loro presenza,/ dato che ne fui così presto privato sulla terra./Ti imploro Dio sovrano,/ affrettati ad accogliere/questi figli diletti nel seno della vita./ Al posto della loro vita terrena così breve,/ concedi loro di possedere la felicità eterna».
Cosa dice Papa Francesco
Da ultimo, però, è stato Papa Francesco a ricordare solamente lo scorso anno l’importanza fondamentale della preghiera per i defunti. «La preghiera in suffragio dei defunti, elevata nella fiducia che essi vivono presso Dio, spande i suoi benefici anche su di noi, pellegrini qui in terra. Essa ci educa a una vera visione della vita; ci rivela il senso delle tribolazioni che è necessario attraversare per entrare nel Regno di Dio; ci apre alla vera libertà, disponendoci alla continua ricerca dei beni eterni».