È il caso giudiziario che, sulla carta, potrebbe scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora sulle inconfessabili perversioni di molti vip. In realtà, al momento, ne sappiamo ancora molto poco.
L’attesa sentenza è arrivata: Ghislaine Mawwell è stata condannata a vent’anni, con l’accusa di corruzione di minori.
Crimini perpetrati per un decennio
L’ereditiera britannica è stata ritenuta colpevole da un tribunale di New York per l’adescamento di numerose ragazze, che lei stessa poi consegnava al suo compagno Jeffrey Epstein, che regolarmente ne abusava.
I fatti sarebbero avvenuti tra il 1994 e il 2004. Le indagini su Epstein iniziarono nel 2005, portando tre anni dopo all’arresto in Florida dell’imprenditore e produttore newyorkese che, però, in quell’occasione scontò soltanto tredici mesi di carcere, grazie al patteggiamento. Nell’inchiesta erano state coinvolte 36 ragazze.
Il 10 agosto 2019, a due mesi dal suo secondo arresto, Epstein fu trovato morto in carcere e il suo decesso fu derubricato come suicidio, tra mille dubbi e sospetti dell’opinione pubblica.
Vittima di manipolatore e carnefice lei stessa
Durante il processo, Ghislaine Mawwell ha descritto il suo ex compagno come un “manipolatore, furbo e padrone di se stesso” e in grado di ingannare un gran numero di persone.
L’accusa aveva chiesto per lei tra i 30 e i 55 anni, descrivendo la sua condotta come “scandalosamente predatoria” e piena di “spietato disprezzo per gli altri esseri umani”. “È stata una criminale calcolatrice, sofisticata e pericolosa che predava ragazzine vulnerabili e le istruiva per gli abusi sessuali”, ha affermato il pubblico ministero nella requisitoria.
“È stato il più grande rammarico della mia vita aver conosciuto Epstein”, ha detto la Maxwell, prima della lettura della sentenza. La donna si è detta “dispiaciuta” per il dolore arrecato alle vittime.
Un pentimento che, però, non cancella il ruolo determinante che l’imputata ha avuto in tutta la vicenda di Jeffrey Epstein. Ghislaine Maxwell, infatti, figlia del noto magnate dell’editoria Robert Maxwell (anch’egli deceduto in circostanze misteriose nel 1991), vantava amicizie importanti tra le élite britanniche, compresi membri della famiglia reale, come il principe Andrea.
Casa reale britannica coinvolta
La condanna a carico di Ghislaine Maxwell è stata meno pesante di quanto richiesto dall’accusa. La difesa aveva infatti chiesto di comminarle non oltre i sei anni, essendo stata la donna profondamente segnata da un “padre prepotente, narcisista ed esigente”.
Proprio poco tempo dopo la morte del padre, la Maxwell conobbe Epstein e, durante la loro relazione, ricadde nei meccanismi manipolatori e autoritari che aveva conosciuto in gioventù.
Negli ultimi giorni, l’imputata era stata sottoposta a sorveglianza, nel timore di un suo possibile suicidio. Nel giro di frequentazioni di Epstein e Maxwell, c’erano gli ex presidenti statunitensi Bill Clinton e Donald Trump, il fondatore di Microsoft, Bill Gates (il cui divorzio da Melinda sarebbe dovuto proprio all’amicizia del marito con Epstein) e il già menzionato principe Andrea.
Il terzogenito della regina Elisabetta I è stato accusato di molestie dalla trentottenne Virginia Giuffre, minorenne all’epoca dei fatti. Per mettere fine allo scandalo, il principe ha pagato un indennizzo milionario.
Ciò che sappiamo del caso Epstein-Maxwell è solo la punta di un iceberg. Si sospetta che i crimini commessi dalla coppia siano parte di una rete di impunità che coinvolge molti vip anglosassoni e che, dietro l’intero scandalo, possano nascondersi ulteriori nomi e ulteriori atrocità.