Un luogo sacro il cui nome potrebbe essere anche fuorviante e portarci molto lontano ed invece lo abbiamo in Italia, parliamo dell’Abbazia di San Nilo nei pressi di Roma.
Siamo in provincia di Roma, a Grottaferrata e questo luogo di preghiera è, ai più, conosciuto con il suo nome completo, ovvero quello di Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata. Come la Basilica di Santa Sofia, anche questa ha una particolarità specifica del perché è conosciuta.
Vediamo insieme di cosa si tratta e qual è la sua storia millenaria che, ancora oggi, affascina moltissimi turisti.
In provincia di Roma, a pochi km dalla capitale, a Grottaferrata, sorge un luogo sacro di grande bellezza: l’abbazia di San Nilo. Questo, in realtà, è il suo nome greco ma, ai più è conosciuta come l’abbazia di Santa Maria di Grottaferrata. Si tratta di una sede della Chiesa bizantina cattolica in Italia, retta dalla Congregazione d’Italia dei monaci basiliani (O.S.B.I.).
Quest’abbazia è l’ultimo dei numerosi monasteri bizantini che nel Medioevo che si erano diffusi in tutta l’Italia meridionale e nella stessa capitale romana. Costituisce inoltre un unicum in quanto, fondato cinquanta anni prima dello scisma che portò alla separazione delle Chiese di Roma e Costantinopoli, è sempre stato in comunione con il Vescovo di Roma, pur conservando il rito bizantino-greco e la tradizione monastica orientale delle origini.
La sua è una storia molto particolare che parte dai primissimi anni dell’anno Mille. Essa è stata fondata, nel 1004, da san Nilo da Rossano (da cui prende la titolazione). L’abate Nilo, nato nella Calabria bizantina e quindi greco di origine e di rito, è stato fondatore di vari monasteri. Quando decise di fondare un monastero sui colli di Tuscolo, sui ruderi di una grande villa romana, era perché qui, secondo la tradizione, gli era apparsa la Madonna.
Purtroppo, però, l’abbazia non venne vista compiuta dallo stesso san Nilo: questi morì l’anno successivo al suo arrivo nell’attuale zona di Grottaferrata. I lavori vennero terminati sotto il controllo di san Bartolomeo, cofondatore dell’abbazia. Le reliquie di Bartolomeo dovrebbero essere ancora custodite nell’abbazia, anche se non sono state ritrovate assieme a quelle di Nilo.
Solo pochi anni dopo la sua fondazione, il monastero ospitava già circa 200 monaci basiliani e le continue donazioni portarono l’archimandrita (questo era il nome del superiore del monastero) a controllare territori vastissimi in Lazio e nel Sud Italia. L’abbazia, inoltre, ottenne da molti papi il riconoscimento della propria autonomia rispetto ai cardinali vescovi della diocesi suburbicaria di Frascati.
A partire dal XVII secolo, ma in particolare tra la fine del XVIII secolo e tutto XIX secolo, l’abbazia ha vissuto un momento decisivo di rifioritura spirituale, con molti monaci provenienti dalle colonie albanesi d’Italia. Questi monaci, nel solco della fede orientale, hanno mantenuto vivo il rito bizantino, sopprimendo il pericolo nell’ormai secolare tracollo rituale.
I monaci italo-albanesi sostituirono la vecchia guardia latina e latinizzante che aveva preso ampio spazio a Grottaferrata, contribuendo alla rinascita della Badia e diventando notevoli paleografi, liturgisti e musicologi, nonché tra i principali albanologi e bizantinisti del periodo.
Oggi, l’abbazia di San Nilo è visitabile dal pubblico in piccoli gruppi e, come ogni luogo sacro, ha anche gli orari delle sue celebrazioni liturgiche:
Ore 6:15 Orthros (Mattutino)
Ore 7:00 Divina Liturgia
Ore 16:00 Vespro
Ore 06:45 Orthros (Mattutino)
Ore 07:30 Divina Liturgia
Ore 16:00 Vespro
Ore 07:00 Orthros (Mattutino)
Ore 09:00 Divina Liturgia
Ore 11:00 Divina Liturgia
Ore 16:00 Ora Nona e Vespro
Come raggiungerla? Per chi proviene da fuori Roma, dall’autostrada A1, proseguire sulla E45 in direzione di Via di Fontana Candida a Monte Porzio Catone. Prendere l’uscita Monteporzio Catone dalla E821. Continuare su Via di Fontana Candida fino a Grottaferrata.
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