Anche dopo la notizia, arrivata anche sui tg nazionali, circa il “cimitero dei feti non nati” a Roma, un sacerdote, in una lettera, ha deciso di dire la sua.
“Il genocidio abortista è gravissimo”. Con queste parole, don Gabriele Mangiarotti ci induce a riflettere su alcune cose.
L’associazione “Difendere la vita con Maria”, pubblica sul suo sito, una newsletter all’interno della quale è possibile leggere opinioni, notizie e lettere su ogni argomento, ma con particolare attenzione a quelli che si propongono per difendere la vita, in ogni sua forma, come vero dono di Dio.
La lettera di oggi è quella di un sacerdote, don Gabriele Mangiarotti il quale ritorna sull’argomento aborto, in particolare dopo la notizia del “cimitero dei feti non nati” a Roma, e delle mamme che non vogliono il loro nome sulla croce dove è seppellito quel bambino mai nato.
“Il genocidio abortista è gravissimo soprattutto perché non è opera di qualche pazzo criminale, ma di una volontà collettiva consapevole e proclamata nella legge civile da parte delle nazioni. È in forza di queste leggi che gli aborti si sono moltiplicati a dismisura e le coscienze si sono oscurate” – scrive il sacerdote, responsabile dell’Ufficio di Pastorale scolastica e della cultura nella diocesi di San Marino – Montefeltro.
In un suo articolo sul quotidiano “Avvenire”, don Mangiarotti parla apertamente del tema aborto ed interruzione della gravidanza: “Il genocidio abortista, per l’immensità dei numeri […] la sua causa-motivazione-forza ideologica decisiva e per la sua finalità, è da considerare oggettivamente e di gran lunga il fatto più grave di tutta la storia dell’umanità”.
Parole forti, che ci fanno riflettere. In particolare quando il sacerdote commenta la decisione presa dal Ministro della Salute, circa la pillola abortiva Ru486. “Così si rende più facile ancora portare all’eliminazione di un bambino che mai nascerà. Si è eliminato il ricovero obbligatorio per la somministrazione della stessa, facendo diventar legge un vero e proprio genocidio” – commenta don Gabriele Mangiarotti.
E sull’ultimo avvenimento, circa il “cimitero dei feti” a Roma, don Gabriele è chiaro: “Ogni aborto produce un cadavere. Le spoglie di questo bambino non nato vanno onorate come quelle di ogni altra persona” – conclude il sacerdote.
Bisogna non spegnere mai l’attenzione su questo argomento così doloroso, così complesso, molte volte difficile da affrontare. Perché ci si dimentica sempre della cosa principale: la vita è sacra, la vita è un dono di Dio, sin dall’inizio.
Fonte: advm.org
ROSALIA GIGLIANO
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