Sono questi alcuni dei temi principali, trattati da papa Francesco nella sua conferenza stampa nel volo di ritorno da Bratislava.
Tanti gli spunti offerti dalla breve visita di Francesco in Ungheria. Uno su tutti: le politiche demografiche. La riscoperta dell’identità cristiana dell’Europa, l’ecumenismo, l’aborto, l’omosessualità, i vaccini.
Traendo poi spunto da una domanda sulla questione dell’eucaristia ai politici abortisti (attualmente oggetto di una discussione in seno alla Conferenza Episcopale Statunitense), il Pontefice ha ricordato che si tratta di “più di un problema, è un omicidio, chi fa un aborto uccide, senza mezze parole”.
Qualsiasi “libro di embriologia per studenti di medicina” dimostra che si tratta di “vita umana”, pertanto l’interrogativo etico è sempre lo stesso: “è giusto uccidere una vita umana per risolvere un problema? È giusto assumere un sicario per uccidere una vita umana?”.
Oltretutto, le leggi sull’aborto influiscono negativamente sullo sviluppo demografico, come confermato al Papa da un capo di stato: “c’è stata una legge sull’aborto così forte che hanno fatto sei milioni di aborti e questo ha lasciato un calo di nascite nella società di quel Paese”.
Sulla questione degli “scomunicati” a causa delle idee politiche, l’auspicio di Francesco è che la Chiesa non esca mai dalla “pastoralità” e stia accanto a tutti: “Sono figli di Dio e hanno bisogno della nostra vicinanza pastorale, poi il pastore risolve le cose come lo Spirito gli indica”.
Un accenno, infine, alla questione del matrimonio omosessuale. “Il matrimonio è un sacramento, la Chiesa non ha potere di cambiare i sacramenti così come il Signore li ha istituiti”, ha ribadito Bergoglio.
Pur rimanendo aperto a forme di legislazione per le coppie di fatto (anche omosessuali), il Santo Padre ha puntualizzato: “Tante persone di orientamento omosessuale si accostano alla penitenza, chiedono consiglio al sacerdote, la Chiesa li aiuta, ma il sacramento del matrimonio è un’altra cosa”.
Il Santo Padre si è ripromesso di tornare quanto prima “il prossimo anno o l’altro” per una visita più prolungata. Questa la promessa fatta al presidente ungherese.
Colpito dai “valori degli ungheresi” dal loro “senso dell’ecumenismo”, il Pontefice ha indicato l’esempio magiaro come uno spunto per rispolverare il “sogno” dei “padri fondatori” dell’Europa.
“L’Unione Europea – ha detto – non è una riunione per fare le cose, c’è uno spirito alla base della Ue che hanno sognato Schuman, Adenauer, De Gasperi”.
L’Europa non può limitarsi ad essere un “ufficio di gestione” ma deve tornare a cercare le sue radici. “È vero che alcuni interessi, forse non europei – ha aggiunto il Papa – cercano di usare l’Unione Europea per le colonizzazioni ideologiche, e questo non va”.
Commentando le attuali querelle sui vaccini, Francesco ritiene che ciò sia dovuto alla “fama di alcuni vaccini che sono un po’ di più di acqua distillata e questo ha creato una paura. Altri che dicono – ha proseguito – che è un pericolo perché affermano che col vaccino ti entra il virus dentro”.
Ha quindi parlato di “negazionisti” all’interno del Collegio Cardinalizio, uno dei quali “ironia della vita” è stato ricoverato proprio per Covid: il riferimento è al cardinale Raymond L. Burke, non esplicitamente nominato. Poi ha puntualizzato: “In Vaticano sono tutti vaccinati tranne un piccolo gruppetto che si sta studiando come aiutare”.
Tornando a parlare dell’Ungheria, Bergoglio ha gettato acqua sul fuoco riguardo alle sue “divergenze” con il premier Viktor Orban ed è tornare a lodare gli ungheresi con la loro “coscienza ecologica” e per le loro efficaci politiche demografiche, praticate con successo “anche in Slovacchia”.
Al giornalista che gli domandava se avesse mai “pubblicamente rifiutato l’Eucaristia a qualcuno”, il Santo Padre ha risposto negativamente e ha ribadito il suo pensiero: “La comunione non è premio per i perfetti” ma “un dono, un regalo, è la presenza di Gesù nella Chiesa e nella comunità”.
Luca Marcolivio
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