Il grido dei vescovi italiani sull’aborto: in Italia è stata ormai superata la linea rossa con le ultime disposizioni sulla pillola abortiva.
Le ultime disposizioni sulla pillola abortiva, acclamate con entusiasmo su Twitter dall’attuale ministro della Salute Roberto Speranza, sono evidentemente giunte al livello che oltrepassa il limite del tollerabile. Così la voce dei vescovi italiani si è fatta sentire. Segno che anche nella Chiesa italiana, tra i sacerdoti e i fedeli, tra crescendo lo scontento verso la politica messa in atto dal Governo Conte negli ultimi mesi.
Il divorzio tra Chiesa e governo
E non su un tema in particolare ma sull’intero ventaglio delle scelte prese dall’attuale Governo. A cominciare dalle inedite decisioni di fare entrare la polizia in chiesa durante il periodo del Coronavirus. Poi migranti, scuola, aborto, Ddl zan ed educazione gender, rilancio economico del paese, scuole paritarie, fine vita, demografia, famiglia, ricostruzione post-sisma. La Cei pare essersi finalmente risvegliata e sta portando alla luce il suo sbigottimento.
Ora resta solamente la questione principale, ovvero come fare per cambiare le cose. L’ipotesi di un partito cattolico serpeggia ormai da anni, a fasi alterne nel dibattito pubblico. Nei prossimi mesi pare ci dovrebbe essere il lancio di una formazione politica sponsorizzata da alcuni vescovi in prima persona. Al cui interno però graviterebbero importanti esponenti laici nominati di recente dal Papa negli organi della Santa Sede.
Una nuova formazione politica cattolica e il bisogno di risposte
A dirla tutta, Francesco ha anche conferito una nomina in Vaticano all’ex presidente della Bce Mario Draghi, che secondo molti osservatori potrebbe fungere da perno di un eventuale ritorno dei cattolici all’impegno politico tout court, ovvero in uno schieramento ben definito sotto cui potrebbero unirsi anche le diverse formazioni politiche oggi esistenti che si rifanno in maniera esplicita, e non solamente indiretta, al pensiero cattolico.
Anche se il rischio è quello di divisioni interne che farebbero naufragare l’idea ancora prima di partire. Insomma, se i cattolici sono portatori di una parola che ristabilisca pace, unità, verità, quale esempio darebbero se cominciassero fin da subito a farsi lotte interne? Al centro della questione però, evidentemente, ci sono i temi da affrontare.
Le parole inaccettabili di Speranza sulla pillola per l’aborto
Le parole del ministro Speranza sulla Ru486 per l’episcopato italiano hanno così toccato il limite massimo della tollerabilità, superando a piedi pari la linea rossa. I cattolici parlano apertamente di una scelta, quella dell’attuale governo, che sdoganerebbe “l’aborto fai da te” nelle proprie abitazioni, con il rischio di aumento considerevole di uccisioni di nascituri innocenti nel silenzio di casa propria.
Il quotidiano dei vescovi Avvenire da giorni invoca la corretta applicazione della legge 194, mentre nel provvedimento di Speranza tutta la prima parte in cui l’interruzione della gravidanza viene vista come extrema ratio da applicare alla fine del percorso che la donna fa all’interno di un consultorio viene completamente saltata.
Aborto. Un provvedimento ministeriale anticostituzionale
Il provvedimento ministeriale è stato perciò considerato anticostituzionale sia nel metodo che nel merito. In quanto una legge non può essere oltrepassata con una circolare ministeriale. Sancendo la rottura dei rapporti tra Chiesa e attuale governo. Da decenni infatti ormai, con la fine della Democrazia cristiana, la Chiesa ha svolto il ruolo di spettatrice nell’ambito della cosiddetta diaspora dei cattolici nei vari partiti. Quasi sempre tuttavia incapaci di fare sentire la propria voce.
Una spettatrice distaccata, disinteressata alle singole dinamiche politiche, ma che allo stesso tempo non ha mai smesso di osservare quanto accade nella società civile e di dare il suo contributo o la propria critica sulle singole tematiche. Contributo che in alcuni casi è molto sostanzioso, se si pensa all’immenso universo del volontariato, delle parrocchie, dell’educazione cattolica.
Lo scontento cattolico sancito con l’attacco del Papa
Solo nel periodo del Coronavirus la Chiesa ha donato centinaia di milioni di euro per aiutare le famiglie gettate dal governo, da un giorno all’altro, in situazioni di grande difficoltà. E in cambio ci si chiede che cosa abbia ottenuto, se non la prima chiusura delle chiese e delle Messe della storia italiana e del cristianesimo nel nostro Paese? Oppure il fatto che una novantina di istituti paritari, di fronte all’indifferenza del governo, siano stati costretti a chiudere.
Lo scontento cattolico è stato quindi sancito al Meeting di Rimini da parte del Cardinale Gualtiero Bassetti, parlando in particolare delle diverse cacce all’untore scatenata in questi mesi in maniera pressappochistica e dilettantesca da un governo che ha realmente accentrato su di sé i “pieni poteri” tanto demonizzati nei mesi precedenti.
Contraddizioni, incoerenze, incapacità, hanno fatto gettare la spugna della fiducia ai vescovi italiani. Che finalmente hanno espressamente detto ciò che era sotto i loro occhi ormai da mesi. E le dure parole del Papa sulle tragedie del Mediterraneo che continuano a chiedere vendetta, sanciscono il definitivo divorzio. “Dio ci chiederà conto della loro morte“.
Giovanni Bernardi