Aborto, shock in un’indagine irlandese. Medici abortisti raccontano: “procedure terribili, come pugnalare un bambino. Dopo mi ricordo che stavo molto male”.
Ci sono alcuni medici che, quando i bimbi nascono vivi, si rifiutano di curarli. Dopo il sì all’aborto, l’Irlanda pensava di giungere in una sorta di società del progresso idilliaca. Lontana da tutti quei retaggi medievali e oscurantismi del cattolicesimo, così battaglieri sulla difesa della vita. La verità è che si è trovata di fronte all’orrore, e ha scoperto il dramma terrificante delle pratiche abortive.
Il quotidiano online lanuovabq racconta dell’utilizzo di una pratica eutanasica tanto dolorosa e brutale da essere vietata sugli animali senza anestesia. Ma che invece viene praticata, in Irlanda, per l’aborto senza utilizzare nessuna sedazione. Medici intervistati dai ricercatori della University College Cork lo hanno ammesso candidamente.
Il racconto di come uccidono i bambini in grembo, pubblicato sulla rivista Journal of Obstetrichs and Gynaecology, è a dir poco terrificante. Per tutto il tempo, durante il loro racconto utilizzano termini come “brutale“, “emotivamente difficile”, “terribile”. Hanno parlato di pratiche in cui si “pugnala il bambino nel cuore”. Come si può pensare che tutto ciò sia civiltà, progresso, umanità?
I medici, anche non credenti, hanno spiegato di come una simile vicenda sia impossibile che non lasci un segno indelebile dentro sé stessi, nel proprio cuore, nella parte più profonda della propria interiorità. Che, anche se la si vuole negare, verrà inevitabilmente fuori al più presto.
La sensazione di questi medici è che si sono sentiti in qualche modo provocati ad agire, per mano delle circostanze createsi attorno a loro. Ma che hanno percepito chiaramente di avere abdicato, in quegli istanti, alla loro professione. Al Giuramento di Ippocrate pronunciato con la presa in carico del loro ruolo, alla promessa di dare piena assistenza alle donne e difesa della vita umana senza sé e senza ma.
Fare il medico significa salvare e non uccidere le persone. Loro, in quella situazione, non hanno di certo salvato il piccolo. “I risultati di questo studio sono davvero strazianti“, ha raccontato Eilís Mulroy della Pro Life Campaign. Un racconta che “va ben oltre la conferma dei peggiori timori che gli attivisti pro-life hanno espresso prima del referendum del 2018 su ciò che sarebbe accaduto in caso di aborto legalizzato”.
Dal 2018 in Irlanda infatti, a seguito del referendum, la legge prevede il via libera per l’omicidio dei figli in grembo fino a 12 settimane. Fino al nono mese nel caso in cui vi siano anomalie fetali. Il medico, in quei casi, inietta il cloruro di potassio nel cuore del piccolo, provocando un arresto cardiaco. La donna, a seguito di questa “pugnalata al cuore”, come l’hanno giustamente definita i medici stessi, partorisce il bimbo ucciso.
“Sono uscito nei corridoi perché non pensavo fosse una procedura così terribile e così spaventosa“, racconta un medico. Ma l’ideologia terrificante di chi è pro-aborto continua a parlare, follemente, di difesa della donna. La retorica dominante parla del bambino nel grembo della madre come se fosse un “problema”.
Tra il 2018, anno del referendum, e la fine del 2019, 6.666 sono stati abortiti in Irlanda. Non sappiamo se il numero sia un caso, o un segnale del divino. Di certo mostra come, dietro la terribile piaga dell’aborto, ci sia la mano del demonio. Che confonde le menti di uomini e donne di questa terra per portarle con lui all’inferno. In quella “fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti” per gli “operatori di iniquità” (Matteo 13, 41-42).
Giovanni Bernardi
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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