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Era molto vecchio, quando Dio gli promise che avrebbe avuto un figlio dalla moglie Sara (anziana anche lei): “Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui”.
“Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne”. “C’è forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te alla stessa data e Sara avrà un figlio”.
Così racconta il Libro della Genesi e tutto si realizzò, come promesso dal Signore.
Ad un certo punto, però, accade l’inaspettato: il tanto desiderato, unico figlio di Abramo e Sara, Isacco, quello nato per un prodigio di Dio, fu richiesto dal Signore stesso.
Abramo avrebbe dovuto sacrificare il suo unico figlio!
Nonostante le aspettative che Abramo a Sara avevano riposto in lui, nonostante la promessa di Dio che la loro progenie sarebbe diventata “numerosa come le stelle del cielo”, nonostante che da quella discendenza sarebbe dovuto nascere il Messia stesso, Dio chiede che Isacco muoia e per mano di suo padre, addirittura.
“Dio mise alla prova Abramo e gli disse: “Abramo, Abramo!”. Rispose: “Eccomi!”. Riprese: “Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò”.
Abramo non domandò il perché di quella richiesta; non si oppose; non cercò di far desistere il Signore da qual proposito. Supponeva e credeva ciecamente che, se Dio avesse avanzato quella richiesta, così incomprensibile agli uomini, sarebbe stato per un bene maggiore.
Abramo non sapeva che quello del Signore era solo un bluff, un modo per metterlo alla prova e sondare ancora la sua fede, per forgiare la sua santità e farne beneficiare alle generazioni future, a noi.
Abramo non poteva immaginare che, quel giorno, avrebbe dimostrato all’umanità che si può credere, al di la di ogni ragionevole, umano dubbio.
“Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: “Abramo, Abramo!”. Rispose: “Eccomi!”. L’angelo disse: “Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio”.
Quell’ “Eccomi” di Abramo riecheggia, da allora, da un cuore all’altro dei cristiani, che sanno fidarsi di Dio, senza esitazione alcuna (quale immersa grazia!).
Antonella Sanicanti
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