Accuse a papa Francesco, le prove che monsignor Viganò ha mentito

Monsignor Viganò
(Websource)

Le accuse mosse da monsignor Viganò a papa Francesco non sono supportate da prove concrete e ci sono alcuni elementi che ne fanno crollare la veridicità.

Le 11 pagine di accuse in cui monsignor Viganò accusa papa Francesco di non avergli dato ascolto e di aver in questo modo permesso ad un vescovo corrotto ed immorale di continuare ad esercitare un ruolo di potere e perpetrare abusi ai danni di sottoposti (monsignor McCarrick), non sono state commentate dal pontefice, il quale ha preferito trincerarsi dietro ad un no comment, lasciando a giornalisti e fedeli il compito di dare o meno peso a quelle parole. A seguire il consiglio di papa Francesco è stato il sito d’informazione cristiana ‘UCCR‘, dove si leggono le motivazioni che renderebbero non vere le accuse mosse da monsignor Viganò ai danni del Santo Padre. Nell’articolo in questione viene primariamente precisato che le accuse non riguardano la copertura di un atto di pedofilia (crimine di cui è stato accusato solo quest’anno McCarrick), ma di non aver dato peso a delle accuse di abuso ai danni di sottoposti.

Le accuse di monsignor Viganò sono false? Ecco la tesi di UCCR

Dopo un’introduzione in cui viene fatto rilevare che monsignor Viganò non è il santo uomo di chiesa che in molti hanno dipinto, nell’articolo in questione (intitolato ‘Accuse al papa: l’ex nunzio Viganò ha mentito, ecco le prove’) vengono presentate delle argomentazioni che dimostrerebbero come le accuse ai danni di papa Francesco non sarebbero veritiere. L’accusa principale di Viganò è quella di aver coperto McCarrick nonostante lui lo avesse avvertito e nonostante Benedetto XVI lo avesse ammonito di non continuare la sua opera pastorale pubblica. Sarebbe stato dunque (secondo l’ex nunzio) l’arrivo di Bergoglio a capo del Vaticano a rimettere in gioco il vescovo.

Nell’articolo di ‘UCCR’, fanno notare come in realtà McCarrick non avesse mai interrotto la propria attività e si fosse mostrato pubblicamente ben prima dell’elezione di Bergoglio come papa: “Il 29 marzo 2011, infatti, McCarrick ha testimoniato davanti al Senato degli Stati Uniti addirittura «a nome della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti», con l’obiettivo di «proteggere i diritti civili dei musulmani americani». Nel giugno 2011, McCarrick celebrava Messa per l’importante ordinazione di alcuni sacerdoti e nell‘ottobre dello stesso anno ha concelebrato con l’arcivescovo di New York, Timothy Dolan, addirittura in Saint Patrick’s Cathedral, cioè il principale luogo di culto cattolico a New York. Nel dicembre 2011 il cardinale partecipava a Meet the press, seguitissimo programma televisivo della NBC, accettando due premi”.

L’attività pubblica di McCarrick è proseguita negli anni successivi e nel 2013 questo ha persino partecipato all’incontro in Vaticano durante il quale Benedetto XVI ha annunciato le propri dimissioni. Pare evidente come il vescovo non fosse stato interdetto dalle proprie funzioni pubbliche e che non è stato l’arrivo di Bergoglio a farlo riammettere. Sulle accuse, poi, viene fatto notare come non ci fossero prova a sostegno e come, fino ad allora, si trattasse di semplici illazioni e voci.

Luca Scapatello

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