Don Paolo Dell’Aversana aveva raccolto il testimone della battaglia contro la camorra, lasciato da don Peppe Diana 30 anni fa. Anche lui era fra i firmatari della lettera, diventata un vero e proprio documento, dal titolo “Per amore del mio popolo non tacerò”.
Qualche giorno fa è salito al cielo don Paolo Dell’Aversana, parroco del Santuario della Madonna di Briano. Una vita trascorsa in attività sino all’ultimo.
La sua resistenza alla camorra non è passata, di certo, inosservata.
Insieme hanno combattuto e lui ha continuato a farlo anche dopo la morte di don Diana. La resistenza alla camorra, la voglia di far rinascere quei territori perché la legalità e la giustizia prevalessero sulla paura e sul terrore. “Per amore del mio popolo, non tacerò”: questo era il titolo del documento che i sacerdoti firmarono, nel 1991, per dire il loro NO alla camorra. E fra questi c’erano anche don Peppe Diana e don Paolo Dell’Aversana.
Se don Giuseppe è salito al cielo nel 1994, ucciso proprio dalla mano della camorra. E, a pochi giorni dal 30esimo anniversario, anche don Paolo è tornato alla casa del Padre. È stato attivo sino all’ultimo anche se stava combattendo contro una malattia. Voleva partecipare a tutte le iniziative per ricordare il suo confratello, proprio in questo speciale anno.
Ora, invece, don Paolo lo ricorderà con gli angeli in cielo e riabbraccerà il suo compagno di lotta. Aveva 74 anni don Paolo dell’Aversana ed era parroco e rettore del santuario della Madonna di Briano, tra Casal di Principe e Villa di Briano, nonchè vicario episcopale della Diocesi di Aversa.
Don Paolo, l’amico di don Diana, è salito al cielo
Dopo la morte di don Diana, don Paolo raccolse il testimone di ciò che il suo amico sacerdote aveva lasciato e fece della sua chiesa, non solo un luogo di preghiera ma anche un luogo di resistenza dell’antimafia sociale. In questi 30 anni dalla morte di don Peppino Diana, prima è nata la sede della Scuola della Pace e, poi, il “Comitato don Peppe Diana” che in questi 30 anni, ha ospitato e portato avanti incontri, convegni, seminari col mondo associativo, con i magistrati di punta nella lotta ai clan, con i sacerdoti e con gli imprenditori antiracket.
In questo luogo la sofferenza ed il dolore dei familiari delle vittime di camorra si è trasformato in testimonianza, in memoria condivisa ed impegno sociale. Don Paolo ha portato avanti il testimone della lotta iniziata dal suo confratello, senza mai sentirsi un protagonista, anche se in fondo lui era la voce di don Diana, come racconta il quotidiano “Avvenire”.
La loro lotta alla camorra insieme
E proprio di don Diana, don Paolo scriveva: “Per amore don Peppino si donava, ogni giorno, senza riserve e senza rinunce e, come il suo Signore, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine”. È stato attivo sino alla fine, proprio come don Diana, anche se combatteva contro una lunga malattia. Tanti i ricordi di chi l’ha conosciuto e, con lui, ha portato avanti la lotta anticamorra.
I suoi funerali si terranno oggi, nel Duomo di Aversa, il giorno prima del 30esimo anniversario dalla morte dell’amico don Giuseppe.
E, proprio in questa occasione, in seconda serata, domani 19 marzo (giorno della morte di don Peppe Diana), TV2000 trasmetterà un documentario dal titolo “L’altra parola: don Peppe Diana”. Le voci dei familiari, di chi l’ha conosciuto, dei magistrati che hanno indagato per dare voce e condannare i suoi assassini, i cittadini della sua Casal di Principe: tutti racconteranno chi era don Peppe. In questo caso, anche in ricordo di don Paolo.