Un ragazzo olandese ha saputo da poco di essere stato adottato, facendo ricerche sul padre ha scoperto che era un donatore di sperma e che potrebbe avere 1000 fratelli.
La storia di Ivo Van Halen, consulente informatico di 34 anni, ci mostra quale potrebbe essere uno sviluppo distopico ma non troppo fantascientifico nell’abuso di gravidanze ottenute attraverso la donazione di gamete. Fino a poco tempo fa questo ragazzo olandese viveva la sua vita in maniera normale non sospettando nemmeno che il padre che lo aveva cresciuto non fosse quello biologico. Quando i genitori gli hanno svelato la verità sulla sua nascita, Ivo ha cominciato a fare delle ricerche su internet chiedendo in siti appositi in cui i figli adottivi cercano fratelli o genitori delle comparazioni di dna.
Il risultato di questa ricerca è stato sorprendente, Ivo ha trovato 57 ragazzi che possedevano il suo dna e che erano stati come lui adottati attraverso la donazione di gamete. La cosa più sorprendente è che alcuni di loro si conoscono sin da quando erano piccoli e che tra alcuni di loro stava per nascere anche una relazione intima. La cosa ancora più incredibile, almeno secondo quanto riportato da ‘Bioedge‘, è che un’agenzia governativa che lavora nel settore lo ha informato del fatto che il padre (la cui identità è nascosta da ragioni di privacy e contrattuali) ha donato il seme per oltre 20 anni e che i suoi fratelli potrebbero essere addirittura 1000: sempre secondo quanto si legge su Bioedge, parte del seme donato dall’uomo è stato inviato in altre nazioni d’Europa.
Sebbene la storia narrata non rappresenti una prova schiacciante di questa possibilità, è possibile trarne una dovuta considerazione: se un tale episodio da isolato divenisse la norma ci troveremmo di fronte a generazioni di persone che pur avendo lo stesso dna non solo non risulterebbero imparentate legalmente, ma potrebbero addirittura instaurare delle relazioni sessuali tra loro generando una rete di incesti che comporterebbe una serie di problematiche genetiche importanti. Ipotizzando anche che in una società globale che accetta la donazione di gameti come normalità ci siano controlli ferrei, cosa impedirebbe alle persone di rivolgersi a cliniche compiacenti che li eluderebbero? Possibile che nella società utilitaristica in cui viviamo ciò che conta sia solamente il risultato finale e che tutto ciò che porta ad esso sia trascurabile?
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Luca Scapatello
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