Cristiani ridotti a carne da macello: è quanto emerge dal terrificante rapporto che racconta la tragedia di uomini e donne pestati fino al sangue a causa delle loro fede in Cristo.
Parole e immagini che di certo ci si augurerebbe di non vedere nella società di oggi. Eppure, sono la realtà che molti cristiani stanno vivendo oggi, nel totale oscuramento da parte delle istituzioni occidentali, che di questo argomento sembrano non volerne parlare.
Il quadro desolante emerge dal rapporto sulle violazioni dei diritti umani e le persecuzioni dei cristiani in Corea del Nord. Di fatto, si parla di cristiani arrestati di notte, torturati, rimpatriati e spediti nei gulag, fino alla morte. L’unica ragione della loro atroce morte è la fede in Cristo, oppure essere visti in preghiera, o anche solo il possesso di una Bibbia.
Questi poveri fedeli di Cristo, mentre sono stati sorpresi dalle guardie, “pregavano nell’angolo della cella nascosto alla telecamera”. Dopodiché, “vennero così picchiati ogni mattina per 20 giorni consecutivi”.
Il racconto arriva da un detenuto che per due mesi condivise la cella con un piccolo gruppo di cristiani perseguitati. Attacchi continui, sistematici, organizzati. L’unico obiettivo soggiacente è quello della distruzione delle comunità dei fedeli cristiani. Visto che, in Corea del Nord, il “popolo è Dio” e il suo profeta Kim Jong-un. Aderire al cristianesimo è considerato in Corea del Nord un crimine politico.
I report, pubblicati dal settimanale Tempi, sono letteralmente da brividi. La fonte dell’inchiesta è il rapporto Persecuting Faith, pubblicato il 27 ottobre in occasione della Giornata internazionale della libertà religiosa 2021. I casi, documentati, sono 456, in gran parte per mano di funzionari dello stato coreano.
Persecuzioni in capo a cristiani privati, in maniera del tutto arbitraria, della propria libertà e dei propri diritti. Torture, trattamenti crudeli, inumani e degradanti, comprese condanne all’ergastolo o a pene di cui è persino difficile individuarne l’entità. Si arriva perfino a condannare bambini di due anni.
L’indagine, condotta nel 2020, mostra collegamenti con strutture di comando attraverso documenti che parlano di una regia di fondo fatta di pianificazione, coordinamenti, persecuzione sistematica fatta partire da funzionari di alto rango. Ma gli aspetti più dolorosi sono quelli che riguardano le torture ai danni dei cristiani, tutte documentate.
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“Percosse fisiche con oggetti, pugni e calci; ingestione di cibo contaminato; privazione del sonno; salti squat fino allo sfinimento”, scrive Tempi. Un “detenuto nel centro gestito dal ministero della Sicurezza nella contea di Onsong, ha raccontato che le guardie intrappolavano la testa dei detenuti, sospettati di leggere la Bibbia di nascosto, tra le sbarre della cella, per poi colpirli ripetutamente in faccia «finché il sangue schizzava verso l’alto»”.
E ancora, “una giovane donna, arrestata perché in possesso di una Bibbia, venne percossa con un bastone di legno finché un superiore fermò la mattanza degli agenti penitenziari; ma in molti casi i pestaggi violenti per estorcere confessioni e nomi di cristiani, a mani nude o con bastoni ricurvi, hanno portato alla morte“.
Racconta uno dei superstiti: “ci facevano sedere con la testa chinata a terra colpendoci ripetutamente con un ceppo di legno (…) ci picchiano con pugni e sbarre d’acciaio (..) Ci hanno detto che non eravamo persone, che eravamo meno che bestie. Ci costringevano a camminare a testa bassa tenendoci per mano”. Si tratta solo di una delle numerose testimonianze che vengono riportate, una più crudele dell’altra.
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Situazioni raccapriccianti, ampiamente sufficienti per dimostrare però la crudeltà delle persecuzioni cristianofobiche che oggi, nel ventunesimo secolo, continuano ad essere perpetrate con la massima violenza e con il totale nascondimento compiacente delle istituzioni occidentali, delle élite che nell’evitare di parlare di questo argomento sembrano quasi essere compiacenti rispetto a quanto accade. Una vergogna senza fine che grida vendetta al cospetto di Dio, e che invita ogni cristiano alla pregare, e a fare sentire la propria voce.
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