In questo 2018 la statua raffigurante San Filippo di Agira, custodita nell’abbazia del piccolo paese siciliano ha preso a lacrimare in tre differenti occasioni. Le prime due volte è capitato a luglio, mentre la terza il 21 settembre scorso. La notizia della trasudazione del Santo si è diffusa a macchia d’olio nel paese siciliano e gli abitanti devoti a San Filippo si sono recati in massa nell’abbazia per pregarlo al fine di ricevere una benedizione.
Il parroco della chiesa ha invitato i fedeli ad usare cautela e attendere prima di gridare al miracolo. Anche la diocesi siciliana non si è espressa a riguardo, preferendo analizzare il fenomeno per bene prima di pronunciarsi (comportamento standard in casi del genere). Saranno dunque le analisi scientifiche sul liquido sceso sulle guance della statua a dare una prima conferma ed escludere che il fenomeno sia stato indotto da una manomissione umana. Nel frattempo, però, gli abitanti del paese e lo stesso sindaco hanno espresso la propria gioia per quanto accaduto ed hanno affidato le proprie preghiere al patrono.
Santo Patrono di Agira, San Filippo era un confessore paleo cristiano vissuto nel primo secolo dopo Cristo. Le poche informazioni giunte su di lui pervengono dagli scritti di Sant’Anastasio: nato nel 40 d.C. in Cappadocia (Turchia) era conosciuto come “L’Apostolo dei siciliani”: egli fu infatti il primo cristiano a diffondere il verbo nell’isola. Giunto ancora giovane in Sicilia, San Filippo si stabilì ad Agira, dove morì nel 103 d. C. a 63 anni. Di lui si dice che fosse un grande taumaturgo e che passò la vita a combattere il demonio attraverso gli esorcismi. Trattandosi di un Santo del I secolo, viene venerato anche dai Cristiani ortodossi, all’epoca infatti non vi erano ancora state scissioni.
Ecco un servizio dedicato al fenomeno di un telegiornale locale
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Luca Scapatello
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