Oggi 9 maggio 2018 si celebra nella Valle dei Templi di Agrigento (Sicilia) il 25° anniversario della visita alla città siciliana di Giovanni Paolo II. In quella occasione, infatti, l’allora pontefice grido al mondo il suo rifiuto contro la mafia ed invitò i mafiosi ad un pentimento ed una conversione. Oggi in ricordo di quell’evento storico tutte le diocesi siciliane (con annessi vescovi) guidate da monsignor Montenegro si sono riunite per celebrare una messa in ricordo di quella denuncia nazionale della criminalità organizzata da parte della Chiesa.
La cerimonia verrà trasmessa in diretta da ‘Tv2000‘ e al termine di questa, intorno alle 18, i vescovi siciliani renderanno noto un documento su ‘Cosa Nostra’. A sottolineare come si tratti di un evento storico ci ha pensato Monsignor Ferraro, il quale ritiene l’urlo di Giovanni Paolo II contro la Mafia un punto di non ritorno della Chiesa, da quel momento in lotta aperta contro la criminalità organizzata, senza più paura delle conseguenze che questa lotta avrebbe potuto causare.
Era il 1993, l’Italia era scossa dagli attentati mafiosi dell’anno precedente e tutta la popolazione aveva compreso che il problema della Mafia non riguardava esclusivamente la Sicilia, ma tutta la nazione. In quella situazione di paura ed incertezza, con un governo che vacillava, la dura posizione di papa Giovanni Paolo II contro la Mafia è stato un gesto di coraggio ma anche un esempio da seguire per chi non voleva che la propria vita fosse soggiogata da criminali che utilizzavano la forza bruta e l’intimidazione per vincere le resistenze. In quelle poche parole, in quell’accorato appello c’è tutta la grandezza di un uomo la cui vocazione è simbolo di benedizione: “Dio ha detto una volta: non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio. Nel nome di Cristo, mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!”.
Luca Scapatello
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