E’ importante che ogni popolo si riconosca in Cristo e nella sua opera di salvezza.
Noi italiani siamo, forse, più abituati di altri a ricevere i messaggi dalla Santa Sede, avendola così vicina, nello spazio e nel tempo, ma ci sono persone che solo di riflesso riescono a sentire la devozione che, qui, è fervente.
Molti dovrebbero conoscere, ancor meglio, la testimonianza di vita di un popolo intero, che è diventato santo, quello costituito dalla schiera di chi ha condotto un’esistenza esemplare e, proprio dai Pontefici, che si sono succeduti in Vaticano, sono stati innalzati agli onori degli altari, come uomini giusti, agli occhi di Dio e degli altri.
Ora, anche la tribù Sioux potrà avere il suo primo santo: Alce Nero.
I Vescovi americani, su proposta della Diocesi di Rapid City, hanno, infatti, deciso, durante una conferenza tenutasi a Baltimora, l’avvio del processo di canonizzazione per il condottiero pellerossa.
Alce Nero (Black Elk) era cattolico e combatté a Little Big Horn, contro il generale Custer.
Era stato battezzato nel 1904 (da missionari che lo chiamarono Nicholas, perché battezzato nel giorno di San Nicola), da adulto, dopo la morte della moglie.
Da quel momento, aveva provveduto a far impartire il Sacramento a molti altri indiani, insegnando loro la Sacra Scrittura, che aveva, probabilmente, conosciuto, viaggiando, in lungo e in largo, per l’Europa (arrivò anche in Italia), al fianco di Buffalo Bill.
Aveva assistito, con estremo disappunto, all’operato di Cavallo Pazzo (suo cugino, tra l’altro) che a Wounded Knee aveva commesso troppe atrocità.
Probabilmente, anche questo evento contribuì alla suo conversione, che gli spalancò la via per una vita umile e ritirata, in cui predicava la Parola di Dio alla sua gente, faceva celebrare Messe e impartiva sermoni e direttive cristiane.
E’ stato il più importante leader indiano del secolo scorso ed ha portato a Dio il suo popolo (o almeno parte di esso), ma sembra che, anche prima del battesimo e della totale conversione, Alce Nero, curasse particolarmente la sua spiritualità.
Ora, l’annuncio della possibile canonizzazione ha creato disaccordi nella comunità indiana.
I Sioux tradizionalisti non credono alla sua conversione, ma pensano che il loro leader avesse solo accettato degli opportuni compromessi con l’uomo bianco.
Le polemiche arrivano anche dalla famiglia: “Girano storie che i missionari cercavano di battezzarlo e lui correva a nascondersi sotto il letto”, dice la bisnipote Charlotte, dichiaratamente pagana.
Come sappiamo, la causa di canonizzazione, ha bisogno di prove, di miracoli confermati, che arriveranno col tempo, se arriveranno, e che verranno vagliati al fuoco del discernimento e della preghiera, come una possibile risposta dall’alto.
Intanto, però, si viene a sapere (e molti ne erano a conoscenza da decenni) che Alce Nero avesse avuto una sorta di mistica visione, all’età di 9 anni. Tutto fu documentato da Neihardt, in un libro intitolato Black Elk Speaks, che negli anni ’60 fu ripreso anche da Carl Jung.