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Aleppo, fra Ibrahim una bomba è caduta in chiesa, il sangue è finito sulle ostie

Quando fra Ibrahim è giunto ad Aleppo ha chiesto a Dio di non mostrargli sofferenze a cui non avrebbe potuto sopperire. Quella preghiera nata da un desiderio di carità è stata in parte ascoltata, dato che dal momento del suo arrivo i pacchi di derrate alimentari sono sempre più completi e permettono a lui ed agli altri frati francescani di soddisfare il fabbisogno nutrizionale di gran parte della comunità cristiana della città siriana. A questo bisogna aggiungere l’arrivo di denaro sufficiente a pagare le medicine di cui hanno bisogno.

Tutto, insomma, per quanto la situazione fosse complicata, sembrava andare nella giusta direzione, ma a partire dall’inizio del 2015 la situazione è andata a peggiorare verticalmente. Nel febbraio di quell’anno, infatti, le banche hanno cominciato a pretendere le rate del mutuo da famiglie che erano impossibilitate a lavorare, ma sopratutto a persone le cui case erano rimaste danneggiate dai bombardamenti e non vi ci potevano abitare. La situazione era paradossale ed al limite dell’umana sopportazione, ma i frati sono riusciti a porvi rimedio mettendosi a riparare le case danneggiate insieme ad i cittadini.

Presto, dunque, i francescani sono divenuto il sostegno, l’unico di quella comunità, sopratutto quando per oltre 70 giorni è mancata l’acqua corrente ed il convento era l’unico luogo in cui i cittadini di Aleppo potevano rifornirsi. I Francescani sono divenuti un faro per la comunità, anche se nulla hanno potuto fare per ciò che è successo nell’ottobre del 2015, quando una bomba ha distrutto il tetto della convento ed ucciso diverse persone davanti agli occhi increduli dei presenti e di fra Ibrahim.

Il frate ricorda come fosse oggi quel giorno di terrore, la bomba, fortunatamente, non è esplosa ma è atterrata su alcuni fedeli uccidendoli e facendo schizzare il sangue ovunque, anche sulle ostie consacrate: “Il sangue dei fedeli ha macchiato le ostie. Sono rimasto molto colpito. È stato un segno irrevocabile della presenza del Signore in comunione con noi”. Fra Ibrahim adesso non riesce a dormire, ogni minimo rumore lo desta e se prima era sempre sorridente e positivo, adesso sorride meno e prova un senso di smarrimento: “Non abbiamo più la percezione di ciò che succede, e non sappiamo chi dare la colpa. Non riusciamo più a dare un senso a tutto questo”. L’unica certezza rimane la fede in Dio e la speranza che prima o poi tutto questo avrà una fine.

Luca Scapatello

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Luca Scapatello

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