Il Crocifisso di Aleppo
Ci sono immagini che a volte rendono più di mille parole.
Una di queste è il crocifisso smembrato e crivellato di colpi appeso sulla parete di un locale della Comunità di San Vartan di Aleppo. Se ne sta lì appeso a brandelli da cinque anni. Ha resistito anche all’ultimo attacco dello scorso 10 dicembre, quando quattro granate da obici hanno colpito la residenza di quella Comunità in cui vivono alcuni Padri Gesuiti.
L’immagine di quel crocifisso devastato ci rende ancora più vivo ed evidente, nell’approssimarsi del Natale, il mistero dell’incarnazione, di quell’infinito e sublime amore per cui «Verbum caro factum est». Davvero l’Eterno si è fatto carne per condividere con gli uomini la sofferenza, il dolore, il patimento. Quel crocifisso di Aleppo sembra dire ai nostri fratelli che vivono quella tragica situazione di inimmaginabile violenza e di assurda brutalità, davvero Dio è con voi.
E se anche il mondo vi ha dimenticato, Lui non si dimenticherà mai di voi.