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Alfie Evans deve morire perchè la legge inglese lo prevede!

Alfie Evans

All’Alder’s Hey hospital hanno deciso: ALFIE DEVE MORIRE.

Difficile mantenere l’equilibrio di fronte agli sviluppi della vicenda del piccolo Alfie Evans: da padre mi immedesimo in quello che possono vivere i genitori, e la tensione, la rabbia, l’orrore strabordano. Mentre scrivo sembra che le condizioni del bambino siano in peggioramento: ricordo che nella notte di lunedi alle 22:17 il giudice aveva ordinato il distacco del respiratore. “Nel miglior interesse del bambino”, gli strumenti che lo tenevano in vita sono stati staccati. I medici avevano pronosticato una morte rapida, che avrebbe dovuto seguire di qualche decina di minuti: invece il bambino è ancora lì, a distanza di quasi due giorni. Due giorni in cui l’ospedale prima si è rifiutato di accordare a una creatura di 23 mesi ossigeno, idratazione e alimentazione poi, presi da uno slancio di professionalità e a distanza di diverse ore, quelli dell’Alder’s Hey hospital hanno accordato il ripristino dell’ossigenazione e dell’idratazione. Da qualche ora, pare che abbiano anche permesso (addirittura!) la riattivazione dell’alimentazione. Ignoro che cosa ha portato il personale medico, di fronte ad una patologia sconosciuta (qualcuno la chiama la “malattia di Alfie”, sembra che non ci siano casi simili al mondo) a pronosticare una fine così rapida per il bambino: ma è evidente che si sono sbagliati, e potrebbero aver formulato giudizi erronei su chissà quanti altri aspetti legati al lungo decorso ospedaliero del piccolo. Non a caso, di fronte al fatto nuovo della inattesa sopravvivenza del bambino senza l’ausilio delle macchine, anche il giudice Hayden, lo stesso che aveva finora negato ogni possibilità al trasferimento al di fuori dell’ospedale, nella giornata di martedì aveva acconsentito allo spostamento del bambino a casa, ponendo però come condizione che le autorità ospedaliere fossero d’accordo, sempre nel “miglior interesse del bambino”. Ma queste hanno detto no. Perché? Cosa nascondono? Un video che sta facendo il giro del web ed è stato pubblicato anche dal sito de “il Giornale” coglie di nascosto una chiacchierata tra alcuni dipendenti dell’Alder’s Hey: uno di questi ad un certo punto afferma che “si sta coprendo qualcosa di molto grosso” e che non vuole denunciare pubblicamente la cosa perché lavora in quella struttura. Insomma, pare sempre più evidente che l’atteggiamento oltranzista delle autorità ospedaliere sia motivato da oscure e sinistre ragioni: ricordo che la stessa struttura pediatrica è stata al centro di uno strano giro di sparizione di organi nella prima metà degli anni ’90 e che un’inchiesta più recente ha evidenziato delle gravi carenze negli standard igienici e qualitativi dei vari servizi sanitari offerti[1].

Ricordo in breve la follia della situazione che sta vivendo il piccolo: affetto da una patologia sconosciuta, per la quale evidentemente non vale la pena investire in ricerche e cure, (questo almeno secondo gli standard utilitaristici del mondo in cui viviamo), diventa vittima di una sentenza per la quale “il suo miglior interesse” è quello di… morire. Quando mai uno Stato impone ex abrupto per sentenza se un suo cittadino è degno o meno di vivere? L’ultima volta che è successo nell’Europa occidentale si chiamava Aktion T4, ed era la politica di sterminio di massa dei disabili portata avanti dai nazisti… curioso invece che il giudice che oggi ha formulato la sentenza sul piccolo Alfie, Paul Hayden, sia un membro della Blagg, un’associazione che unisce personale forense di orientamento omosessuale[2]… Il tipo ha anche scritto un prontuario giuridico rivolto alle coppie omosessuali, dove sono raccolte le varie sentenze e gli orientamenti giurisprudenziali in materia di famiglia e adozione: mi chiedo dunque, come può una persona che in teoria dovrebbe essere ultraliberale da un lato salvaguardare alcuni diritti mentre Alfie Evans non dovrebbe avere neanche quello essenziale, il diritto a vivere? Che ci sia una sinistra volontà di morte sul bambino è evidente: non si capisce perché allora rifiutare la mano tesa dell’ospedale romano “Bambino Gesù”, pronto da tempo ad accogliere il piccolo. Così come non si capisce perché fare finta di niente di fronte alla concessione da parte dello Stato italiano della cittadinanza al bambino. Una nazione e una delle strutture pediatriche più prestigiose a livello continentale si sono mosse, sarebbe potuta essere una buona via d’uscita. Invece niente.

Restano le solite domande, quelle che tutti ci stiamo facendo da quando questa storia assurda è salita agli onori della cronaca: come si fa a rifiutare ad una famiglia il diritto sacrosanto di curare il figlio dove meglio crede? Come può un giudice arrogarsi di stabilire se un essere umano non ha diritto a vivere? Più in generale, da quando la specie umana abdica di fronte ad una malattia inguaribile? Con questo ragionamento la medicina per come la intendiamo noi non sarebbe forse mai nata…

Ricordo che, a differenza di quanto sostenuto in malafede da alcuni siti “impegnati” e “de sinistra”, nelle sue condizioni il piccolo NON soffre: ha un destino che sembra segnato, e del resto i genitori non hanno chiesto altro ai medici che fare il loro lavoro, cioè prendersi cura di lui (ucciderlo non sembra proprio la stessa cosa). Anche Beppino Englaro, certo non un attivista pro life, ha sostenuto che su Alfie le autorità inglesi “stanno sbagliando”.

Insomma, stiamo parlando di un assurdo, di quello che sembra un film dell’orrore ma no lo è.

Spero e prego Dio di sbagliarmi, che per una qualche misterioso colpo di buonsenso chi di dovere faccia quello che è più ovvio e scontato, e cioè permettere alla famiglia di portare il bambino a Roma. Ma di fronte alla reiterata e netta chiusura mostrata dalle autorità inglesi verso le più elementari norme di umanità le speranze sono ridotte al lumicino. E ogni minuto che passa la situazione tende a peggiorare…

Alessandro Laudadio

[1] http://www.aldomariavalli.it/2018/04/25/altri-orrori-allalder-hey/; http://www.aldomariavalli.it/2018/04/25/alfie-nellospedale-degli-orrori/.

[2] http://blagg.org.uk/news/blagg-member-appointed-to-high-court-wednesday-31-july-2013/.

Armando

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