L’allarmante vicenda mostra la deriva globale che rischia di essere sempre più una dure repressione verso i singoli Stati. Chiunque parla di “ideologia” sarà punito?
Insomma, dire la verità può essere considerato un atto sovversivo. Dall’Alto Commissariato dell’Onu per i Diritti Umani è partita una richiesta molto pericolosa e inaccettabile. L’Onu chiede in sostanza ai singoli Stati di indicare soggetti e organizzazioni che si oppongono all’affermazione dell’ideologia di genere.
Che cosa viene richiesto nell’inquietante questionario
Non bastasse, viene anche richiesto di indicare con precisione quali sono gli ostacoli posti dalle religioni allo scellerato cammino che si intende imporre in ambito di gender e temi lgbt. In sostanza, omosessualità e matrimoni gay secondo l’organizzazione internazionale dovranno essere imposti quasi con la forza, e l’ideologia omosessualista deve essere imposta a tutti come qualcosa di buono e giusto.
Il documento dell’ONU prepara in questo modo vere e proprio di proscrizione su persone, organizzazioni, Stati che non assecondano “teoria del genere”. Basta sostenere la famiglia naturali per rischiare di finire al centro della repressione. Non si può nemmeno parlare dell’esistenza di due sessi, o si rischia di fare danno ai paladini del globalismo politicamente corretto.
Si rischia di finire in una nuova dittatura a sfondo lgbt?
Come nei peggiori incubi dei film di fantascienza, il rischio è che da qui a poco si avrà sotto la porta di casa una sorta di polizia lgbt che chiederà di indicare come la si pensa su determinate tematiche. Altrimenti, la scure dell’Onu e dell’Unione europea rischierà di cadere sulla testa di chi non si allinea alle imposizioni.
Saranno i gruppi pro-gender a dovere indicare quanti argomentano contro concetti come “identità di genere” e similari. Ma se si offende pesantemente la fede e i credenti, con blasfemie insulti e quant’altro, nessuno se ne importa, anzi.
La inquietanti domande del questionario pongono molti dubbi
Per entrare nel merito specifico della vicenda inquietante e preoccupante, pare che l’esperto indipendente sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, Victor Madrigal-Borloz, abbia inviato un questionario che dovrà essere fatto recapitare entro il prossimo 28 Febbraio. Tema: Genere, orientamento sessuale e identità di genere.
Le domande, invece, sono altamente inquietanti. Ci sono infatti, secondo quanto riporta la Nuova Bussola Quotidiana, quesiti legati ad iniziative in materia, ad esempio di libertà religiose, espressioni di leader politici e religiosi che vanno contro i progetti lgbt, la richiesta di indicare chi parla di quella lgbt come di una ideologia. Una terribile schedatura dei nemici. Contro questi, l’obiettivo è quello di mettere in campo misure per mettere a tacere chiunque non la pensi come loro.
Cosa si sostiene nell’ultimo rapporto pro-lgbt dell’Onu
“Nella sua concezione più ampia, l’inclusione sociale richiede misure urgenti per smantellare i sistemi di repressione che rafforzano l’idea che la diversità nell’orientamento sessuale e nell’identità di genere sia in qualche modo dannosa per la società”, recitava un documento del 2019 pubblicato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Nell’ultimo rapporto, invece, si sostiene che al momento ci sarebbe una “pericolosa” crescita di Paesi che si oppongono ai “diritti trans”. In sostanza, l’incremento si registrerebbe in Austria, Croazia, Finlandia, Ungheria, Lituania, Russia, Slovacchia e Slovenia e Regno Unito. Mentre invece uno stati di stagnazione è quello che si vivrebbe in Germania, Andorra, Cipro, Cechia, Georgia, Germania, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Svezia.
L’Onu punta a controllare i singoli Paesi da fuori?
Il report dice che in “molti di questi paesi, le forze di opposizione sono diventate più forti, pretendendo che avanzare la protezione contro la discriminazione e l’autodeterminazione delle persone trans danneggerebbe i diritti delle donne o la protezione dei minori”. Paesi che, ad occhio, sembrerebbero la netta maggioranza in Unione europea, e che l’Onu punterebbe in sostanza a sovvertire nelle loro dinamiche democratiche contrastando le opinioni popolari diffuse.
C’è quindi il rischio di una vera e propria dittatura che questo organismo internazionale punterebbe ad imporre da fuori dai propri confini nazionali e persino continentali? Si tratterebbe di qualcosa di davvero inaccettabile, a cui è giusto opporsi con tutte le proprie forze.
Giovanni Bernardi