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Allarme Onu: In Marocco ci sono molte cose da sistemare

L’ONU lancia l’allarme situazione critica in Marocco:

In seguito alle continue minacce e agli attentati dell’Isis, come di altre organizzazioni terroristiche, molti stati islamici stanno cooperando con L’Organizzazione delle Nazioni Unite, al fine di scovare coloro che progettano atti criminali contro l’umanità e di diffondere, in vario modo, una cultura della pace, seppur nell’accettazione delle diversità.

A livello legislativo pare che queste operazioni, che spesso richiedono una straordinaria ed attenta mediazione tra la cultura esistente in alcuni Pesi musulmani e i diritti civili ampiamente riconosciuti dall’ONU, non siano facilmente e immediatamente attuabili.

Ad esempio, il Marocco, nonostante sia uno Stato esposto in prima linea, nella lotta contro il terrorismo fondamentalista, non vuole ancora accettare alcune leggi che riguardano i diritti civili di certe categorie di persone, come gli omosessuali (parliamo, in questo caso, del diritto alla vita!) o i figli nati da relazioni extraconiugali: per loro non è permesso neanche eseguire l’esame del Dna, per stabilirne la paternità e le responsabilità conseguenti.

Le riforme proposte dal Consiglio dei Diritti dell’ONU al Marocco sono state ben 244, ma soltanto 191 sono passate al vaglio dei politici e delle loro radicate convinzioni.
Quindi, 44 raccomandazioni sono state ritenute assolutamente non valide, non applicabili al progredire della Nazione nord africana verso la modernizzazione.
Alcune delle raccomandazioni rifiutate sono di estrema importanza, perché una Nazione si possa definire minimamente civilizzata e giusta.

Esse, ad esempio, riguardano la mancanza di limite minino per l’età adeguata a contrarre matrimonio, ossia non c’è limite alcuno in Marocco, per cui le pratiche che riguardano le unioni con le spose bambine sono ancora concesse; inoltre, gli uomini hanno il diritto di essere poligami; le donne, invece, sono escluse dal ricevere una qualunque eredità; le violenze domestiche, addirittura, non sono considerate un reato!
E pensare che, nella Carta Costituzione del Marocco, si parla di uguaglianza tra tutti i cittadini.
Quale definizione diano a questa parola non è ancora ben chiaro, ciò che è evidente è che la loro è una scelta culturale, dettata da una visione distorta della stessa religione che professano e del messaggio che porta con se.
Antonella

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