Nel mondo, tanti sono i cristiani perseguitati. Nell’ultimo anno, è aumentato, oltre le 4mila unità, il numero di coloro che sono morti a causa della loro fede.
Secondo la “Porte Aperte Italia Onlus”, nel mondo, 1 cristiano su 8 viene perseguitato. Quali sono i motivi di tanto odio? Cerchiamo di capire.
Ancora oggi, dopo tanti secoli, ancora assistiamo a scene di persecuzione contro i cristiani a causa della loro fede. Nel mondo, secondo l’ultimo rapporto della “Porte Aperte Onlus”, sono 4.761 i fedeli uccisi negli ultimi 12 mesi, con la sola colpa di credere e non voler rinnegare Cristo.
Un cristiano su otto nel mondo è perseguitato e, in tutto il mondo, sono circa 340 milioni i fedeli perseguitati e discriminati per il loro credo. Considerando solo i 50 primi Paesi della World Watch List 2021, pubblicata da Porte Aperte, 309 milioni fedeli cristiani subiscono persecuzioni estreme. I cristiani uccisi per ragioni legate alla fede crescono del 60%.
Fra i Paesi con il maggior numero di persecuzioni ci sono la Nigeria insieme ad altre Nazioni dell’Africa sub – sahariana e, fra i primi 10 Paesi dove si attuano persecuzioni e discriminazioni contro i cristiani, 8 sono africani.
Porte Aperte Onlus ogni anno stila una classifica per cercare di comprendere, nel mondo, quali siano ancora quei Paesi che non hanno o si rifiutano di avere, al loro interno, la religione cristiana e, contro di essa, attuano ancora persecuzioni.
Ricercatori ed esperti stilano la tabella in base a vari aspetti della libertà religiosa. Nella fattispecie identificano il grado di libertà dei cristiani nel vivere apertamente la loro fede in 5 aree di vita quotidiana: privato, famiglia, comunità in cui risiedono, chiesa che frequentano e vita pubblica del Paese in cui vivono. A questi, affiancano come ultimo parametro, anche il grado di violenza che essi subiscono nell’area in cui risiedono.
Ad oggi la nazione che guida “la classifica” è la Corea del Nord, seguita da Afghanistan, Somalia e Libia. Le fonti di persecuzione sono connesse a una società Islamica tribale radicalizzata, all’estremismo e all’instabilità endemica di questi Paesi. Qui la fede cristiana va vissuta nel segreto e se scoperti, si rischia anche la morte.
Durante il periodo Covid, però, tantissimi sono stati i cristiani che hanno ricevuto aiuto ed assistenza. In India sono stati più di 100mila cristiani hanno ricevuto aiuto dai partner di Porte Aperte: l’80% di essi ha dichiarato ai ricercatori della WWList di aver visto loro negato l’accesso ai centri di distribuzione aiuti.
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Coloro che abbandonano la religione maggioritaria del loro Paese per il cristianesimo sanno che rischiano di perdere tutto il supporto che potrebbe venire loro dai coniugi, dalle famiglie, dalla tribù, dalle comunità e persino dalle autorità locali o nazionali.
Dopo tanti secoli, la situazione ancora non è cambiata e, coloro che professano la fede in Cristo, sono ancora costretti, in alcuni Paesi a viverla nel segreto.
ROSALIA GIGLIANO
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