Allenatore fa un voto e accade l’impossibile | In tutto questo c’entra Papa Francesco

I miracoli talvolta accadono con una modalità spiazzante, e non importa se il contesto può sembrare più o meno frivolo. La verità è che quando in gioco c’è il cuore dell’uomo si scopre che anche un’impresa sportiva può rivelare qualcosa di davvero grande.

Lo ha dimostrato il mister della Salernitana, il torinese Davide Nicola, che non a caso in queste ore è stato rinominato dai suoi tifosi “l’uomo delle salvezze miracolose”.

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Sembra ormai assodato che le sue imprese hanno il sapore di quelle sfide che sembrano impossibile ma che quando arrivano cambiano il cuore di coloro che sono coinvolti emotivamente e non solo. Dietro il calcio infatti non c’è solo uno sport in cui tirare calci a un pallone, ma un intero sistema complesso di relazioni umane, di sacrifici che durano una vita intera, di un ecosistema sociale ma anche economico, educativo, formativo. Insomma, per alcuni il calcio può rappresentare il senso, dal lato più materiale, di una vita intera.

La salvezza che nessuno immaginava

Così la salvezza arrivata per la squadra da lui allenata, la Salernitana, nonostante la batosta casalinga 0-4 con l’Udinese, sembra in queste ore ai tifosi un vero e proprio miracolo. Davide Nicola, originario di Luserna San Giovanni, un comune di 7mila abitanti nel cuore del Pinerolese, tuttavia non ha lottato da solo in questa sua grande vittoria. Lo ha fatto accompagnato da una promessa “spirituale”, che tocca direttamente la sua fede cattolica, e addirittura tira in ballo persino Papa Francesco. 

L’obiettivo di raggiungere con la sua squadra una salvezza, dalla retrocessione, che sembrava impossibile e quindi insperata, è sempre stata accompagnata da un “fioretto” da portare a compimento nelle settimane successive. Quasi un voto, da adempiere nel caso di riuscita della sua intenzione.

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“Se la Salernitana si salva, vado a piedi dal Papa”, furono le parole che il mister pronunciò davanti alle telecamere e ai giornalisti riuniti lo scorso 15 febbraio. Data in cui la sua squadra era a -12 dal primo posto utile per riuscire a rimanere anche il prossimo anno nella prima categoria nazionale, la serie A. Era infatti a quart’ultima, a molta distanza dalla squadra che stava sopra.

Quella promessa che ora andrà mantenuta

Ma ieri sera all’Arechi quello che era stato definito un “Sogno“ è diventato realtà, grazie al pareggio senza reti tra Venezia e Cagliari che ha fatto letteralmente esplodere la città di Salerno in una festa collettiva. “È stata una partita molto difficile per entrambe le squadre. Abbiamo sentito troppo la pressione, ma abbiamo speso fatica e sudore fino alla fine”, sono state le sue parole.

“Sono contento per questo meraviglioso pubblico, per il direttore e per il presidente. Questo è un posto meraviglioso e sono felicissimo di aver raggiunto un obiettivo importante in una piazza come Salerno. È stata la salvezza del lavoro e del coraggio”. La conclusione delle sue parole è sembrata ancora più significativa.

“Questa impresa è la sintesi di cosa significa diventare squadra e fare risultati in poco tempo. Sono stati tre mesi impressionanti. Per quello che ha dimostrato la squadra, la società e questa straordinaria tifoseria la Salernitana ha meritato la salvezza e ora penso solo a godermela”, ha affermato il mister, ribadendo la sua promessa. Quella di recarsi a piedi dal Papa in caso di salvezza.

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Ora non resta che aspettare il giorno in cui il mister si metterà in cammino, e di certo non una passeggiata da poco. Da Salerno al Vaticano sono infatti ben 278 chilometri. Tuttavia, i tifosi sanno già che il mister è capace di questo, e di ben altro.

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