Nella terribile dramma dell’alluvione a cavallo tra Emilia e Romagna, ognuno sta facendo quello che può, nel suo ruolo istituzionale o di comune cittadino. In certi casi diventa utile, spronarsi e incoraggiarsi a vicenda.
Così è avvenuto negli ultimi giorni, con un singolare appello del vescovo di Rimini, monsignor Nicolò Anselmi a Vasco Rossi. 62 anni, titolare della diocesi romagnola dallo scorso novembre, Anselmi è nato e cresciuto a Genova (della cui arcidiocesi è stato vescovo ausiliare dal 2015 al 2022), città che di alluvioni ne ha vissuta più d’una sulla sua pelle.
“Mi chiamo Nicolò, sono il vescovo di Rimini…”
Approdato a Rimini dopo una vita trascorsa in Liguria, il nuovo vescovo si è trovato subito con la strada in salita e non è rimasto con le mani in mano. A Vasco, monsignor Anselmi si è rivolto subito come a un fratello.
“Caro Vasco, mi permetto di darti del “tu” perché, pur senza averti mai incontrato personalmente, ti sento quasi come uno di famiglia – scrive il vescovo nella sua lettera aperta al cantautore modenese –. Sono anni che, con amici e ragazzi, cantiamo le tue canzoni intorno al fuoco, sulla spiaggia, sotto la luna, fra le tende. Mi chiamo Nicolò, e sono il Vescovo di Rimini. Sono nato a Genova, ho vissuto nel centro storico, e insieme alle tue canzoni spesso le chitarre intonavano le note del concittadino Fabrizio De Andrè”.
Con riferimento alla scelta di Vasco di iniziare il suo nuovo tour a Rimini, Anselmi gli ha scritto: “Volevo darti anch’io il benvenuto nella nostra città. […] Migliaia di giovani e adulti ti attendono, alcuni accampati da giorni fuori dallo stadio. Su molti di loro tu eserciti un’influenza potente”.
Il vescovo menziona quindi i “tanti ragazzi e giovani” che “si sono generosamente coinvolti nell’aiutare le popolazioni alluvionate”. Molti di loro “li conosco personalmente – dice monsignor Anselmi –. Hanno spalato fango, lavato mobili, distribuito pasti, spostato rottami e detriti. Alla sera erano esausti ma felici; hanno servito, faticato, aiutato, amato chi si trovava in situazioni di grande difficoltà e di lutto. Tutto il mondo ha visto la loro bellezza interiore”.
“L’amore di Gesù è nel cuore di questi giovani”
Di seguito, Anselmi sottolinea una “cose da prete”: “questi ragazzi e giovani hanno manifestato la forza e la capacità di amore di Gesù che è dentro di loro, che è dentro tutti, credenti e non credenti, di ogni religione”. Ecco allora l’appello a Vasco Rossi: “Se puoi, incoraggiali […] a continuare così, a essere generosi sempre, attenti verso chi soffre, verso i malati, verso chi è straniero e fatica a inserirsi, disponibili a tenere compagnia a un anziano, ad aiutare un bambino in difficoltà con lo studio, a stare vicino a chi si sente solo e vuoto”.
Infine, in modo molto arguto, il vescovo di Rimini si rivolge alla rockstar, usando il suo stesso linguaggio: “Se vuoi, invitali a non spegnere mai quel desiderio d’infinito che si trova nel cuore di ogni uomo, lo stesso che abita sulle “Dannate nuvole”.
“Se puoi – prosegue Anselmi – suggerisci loro a non aver paura di una “vita spericolata” e ad “andare al massimo” nell’amore verso gli altri, gli esclusi, i fragili, verso tutti. Chi vuol “trovare un senso a questa vita” lo può trovare nel rendere felici gli altri. Perché chi dona la sua vita la trova, e c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Grazie di cuore”.
Pochi sogni si avverano ma… guai a smettere di sognare
Esibitosi poi venerdì sera a Rimini, allo stadio “Romeo Neri, Vasco Rossi non è rimasto sordo all’appello del vescovo. “Caro don Nicolò, mi dicono che tutti ti amano qui a Rimini, che sei un prete, un uomo… un vescovo di mare, navighi anche tu tra le debolezze dell’uomo, anche tu come don Gallo, costruisci ponti, non muri – è stata la lettera di risposta del cantante –. Per me Rimini è come essere a casa, mi ci sono sempre trovato bene. Benvenuto, ben arrivato bentrovato, caro Don Nicolò… e grazie per il tu”.
Nel ringraziare monsignor Anselmi, per la sua “bellissima lettera”, Vasco parla poi della sua terra, l’Emilia-Romagna, “questa terra fantastica e sorridente, ora ferita”, che “si rialzerà”. Una terra che di “gente a posto, con dei valori” e “dei sogni”. Nel “duro scontro con la realtà”, Vasco cita se stesso: “Le stelle stanno in cielo, i sogni non lo so, so solo che son pochi quelli che s’avverano”.
“A me credono perché sanno che sono sincero e dico solo la verità. Che la realtà è meno dura di quello che uno immagina, meglio affrontarla, guardarla in faccia. Senza naturalmente mai rinunciare a ‘una vita spericolata’, come le star al Roxy bar. Guai smettere di sognare”, conclude Vasco.
Evangelizzazione, senza proselitismo
Un’iniziativa – ci permettiamo di dire – assolutamente positiva ed opportuna, quella del vescovo Rimini, che, correttamente, ha fatto evangelizzazione, senza fare proselitismo, nei confronti di un personaggio leggendario e carismatico, pur essendo estraneo al mondo ecclesiale.
È quello che sempre hanno fatto i grandi santi del passato: rivolgersi alle persone influenti, senza pregiudizio, nell’intenzione di “conquistarne uno” perché lui ne “conquisti cento”. Fermo restando, che non è mai l’uomo che converte i cuori: solo Dio può farlo.