Ha tre lauree e lancia una intelligente e fattibile proposta alternativa ai vaccini con una richiesta precisa, “Ma non chiamatemi no vax”.
Tre lauree e tre scuole in cui insegna. Alla soglia della quarta laurea, Claudia Fiorbelli, 36 anni, è la capofila dei docenti a sostegno dei tamponi salivari in Sardegna.
La professoressa Fiorbelli non intende iniettarsi “un vaccino sperimentale che potrebbe causare effetti avversi come la trombosi e uccidermi”. Non per questo è contraria al Green Pass, che estenderebbe “a tutte le categorie”.
Attualmente la docente sta facendo campagna per l’adozione dei tamponi salivari ad uso degli insegnanti: quelli larofaringei, “sono fastidiosi, invasivi, fanno lacrimare gli occhi”, confida al Secolo XIX.
Nella sua regione, Claudia Fiorbelli ha raccolto 500 adesioni per la sua campagna, mentre anche nel Nord Italia, sottolinea, vi sono “300 docenti come noi che non si sono vaccinati e non intendono farlo e che chiedono, come stiamo facendo qui in Sardegna, l’uso dei salivari non solo tra gli studenti delle cosiddette classi sentinelle, ma anche tra i professori”.
Non si considera una no vax ma “se mi vaccinassi correrei il rischio di prendere una miocardite, una pericardite, una trombosi e di morire”, spiega. La professoressa Fiorbelli non intende sottoporsi a una “sperimentazione di massa” e lancia la sfida al governo: “A questo punto [il vaccino, ndr] lo rendessero obbligatorio anche per gli studenti”.
Per evitare il contagio, dice, “evito contatti sociali, uso la mascherina e il gel per igienizzare le mani. E per me basta”.
In conclusione, riguardo ai tamponi salivari, la docente ricorda: “Lo sa che c’è una ditta a Vigevano che li produce e le esporta in Germania? Sono affidabili e non invasivi. Tutti coloro che non si vaccinano dovrebbero usare questo tipo di test per avere il Green Pass, poter viaggiare e lavorare”. [L.M.]