La parola “Amen” ha un significato particolare, indica una forte affermazione. Durante la Messa, abbiamo fatto mai caso a quanti e quali sono i momenti in cui si pronuncia “Amen”? E sappiamo cosa significa questa parola?
Andando ad indagare l’origine della parola Amen, scopriamo che ha un significato più complesso rispetto a quello che possiamo pensare e tradurre semplicemente con “così sia”.
Il significato della parola Amen
“Amen” è un avverbio ebraico che significa “in verità”, “certamente”, che introduce e afferma quindi un concetto di fede e veridicità rispetto a quanto appena affermato o di quanto si sta per affermare.
Nelle celebrazioni eucaristiche, l'”Amen” è frequente, persino nelle celebrazioni ordinarie, e viene pronunciato dai fedeli in risposta soprattutto al presbitero o al vescovo che presiede la funzione, o da tutta l’assemblea celebrante.
Quando si pronuncia Amen alla Messa?
I momenti in cui si dice “Amen” sono ben 15, con alcune precisazioni:
- Si Recita l’Amen a celebrazione iniziata, dopo il Segno della Croce.
- Dopo che chi presiede la messa conclude l’atto penitenziale: “Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna”. Tutti rispondono “Amen”.
- Alla fine della preghiera colletta, che viene pronunciata da chi presiede la celebrazione, in queste tre forme: “Preghiamo… Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo”, oppure “Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio, nell’unità dello Spirito Santo”, oppure, se rivolta a Gesù, “Che vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo”. Tutti rispondono “Amen”.
- Al termine della preghiera dei fedeli, quando il celebrante esclama “Per Cristo nostro Signore”.
- “Amen” si pronuncia anche alla fine della preghiera eucaristica, recitata solo da chi presiede la celebrazione o dai concelebranti: “Per Cristo nostro Signore”. Tutti allora rispondono “Amen”.
- Alla fine delle preghiere successive al Padre nostro, che vengono pronunciate solo dal celebrante.
- Dopo il rito della pace: “Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli”. Si risponde “Amen”.
- Durante la Comunione, rispondendo alle parole del ministro ordinario o straordinario che dispensa la Santissima Eucaristia: “Il Corpo di Cristo” o “Il Corpo e il Sangue di Cristo”. Si risponde individualmente “Amen”.
- Dopo la preghiera al termine della Comunione, pronunciata solo dal celebrante: “Per Cristo, nostro Signore”. Si risponde tutti insieme “Amen”.
- In risposta alla benedizione finale impartita da chi presiede la celebrazione eucaristica: “Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo”. Tutti rispondono “Amen”.
Altri casi particolari
Ci sono poi alcuni casi in cui solo la domenica o per delle solennità, la parola “Amen” viene pronunciata anche in altre occasioni:
- Al Gloria, in latino o in lingua volgare, tutti rispondono “Amen”.
- Se nella celebrazione è presente un diacono, che prima della proclamazione del Vangelo chiede al presbitero la benedizione, oppure se un vescovo presiede la Messa e un presbitero proclama, il presbitero chiede la benedizione al vescovo e il diacono al presbitero. Entrambi risponderanno “Amen”.
- Dopo il Credo, in lingua volgare o in latino, alla fine si risponde “Amen”.
- Nel caso della benedizione impartita in modo solenne, anche se si tratta ormai di una formula in disuso, tutti rispondono “Amen”. Questo dopo l’invito: “Chinatevi per ricevere la benedizione”, dopo ciascuna delle invocazioni da parte di chi presiede la celebrazione, in genere tre, e dopo la formula di benedizione.
Quando l’Amen non si dice
C’è invece un momento in cui, pur essendo noi abituati solitamente a dire Amen, durante la Messa non si dice. Ci siamo mai soffermati a sapere quando?
Tutti possiamo notare, andando a Messa che, dopo la recita del Padre nostro, né i fedeli né il sacerdote pronunciano l'”Amen”. Questo perché? La parola “Amen”, proprio in virtù del suo significato che va a confermare e a chiudere quanto detto fino a quel momento, si recita al termine di una preghiera. Invece al momento del Padre nostro la Santa Messa, che, oltre ad essere un memoriale vivo è una grande preghiera a Dio, non è ancora finita.
Piuttosto il celebrante recita: “Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l’aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo”. E i fedeli rispondono con un’antichissima acclamazione, la cui origine si perde nei primi tempi della Chiesa:
“Tuo il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli”.
Il Padre nostro: una preghiera nella Preghiera
Dunque la preghiera del Pater non finisce, ma continua con altre preghiere. Questa modalità in cui una preghiera ne introduce un’alta si chiama “Embolismo”. Il Padre nostro stesso potrebbe in qualche modo definirsi una preghiera nella preghiera della Santa Messa, totalmente integrata in essa.
Sarà poi alla benedizione che tutti risponderanno “Amen”. Ciò ad esprimere la nostra fede in tutto ciò che è stato celebrato fino a quel momento e chiede che la benedizione di Dio rimanga sempre con noi.