Oggi 15 giugno: Sant’Amos, la sua profezia mise in guardia Israele

Sant’Amos fu un profeta che avvisò duramente il Regno di Israele in un momento di grande benessere, portando loro una lezione di fondamentale importanza.

Sant'Amos
Sant’Amos – photo web source

Amor, che fu profeta e scrittore, fustigò energicamente la vita del regno d’Israele. In quel tempo infatti Israele stava godendo di un momento di prosperità, e come purtroppo accade in questi momenti, stava abbandonando la legge divina. Se infatti spesso è proprio nel momento del bisogno che si finisce per essere più vicini al Signore, al contrario è quando si vive un agio e un benessere anche immeritato che si presenta dietro l’angolo il rischio di allontanarci dalla legge divina.

Amos profetizzò il castigo divino e la salvezza dei giusti

In quell’epoca storica, Amos profetizzò il castigo divino e la salvezza di pochi giusti che avrebbero perpetuato il popolo di Dio. Lo stesso profeta avvertì in particolare la loro presenza e il dominio sul mondo. Un altro merito che ebbe questo straordinario profeta fu quello di denunciare un culto ridotto a pura esteriorità, nonché la falsa sicurezza degli uomini di fronte a Dio.

Lo Stato unitario era nato con il re Saul ma ora si trovava ad essere diviso nei due regni di Israele al nord e di Giuda al sud, dove nel paese di Tekoa vicino a Betlemme viveva Amos. A lui il Signore gli comandò di recarsi a predicare nel regno del nord. Il futuro santo e profeta accettò immediatamente per via della sua grande devozione e intimità con il Signore, anche se fino a quel momento si trovava ad essere totalmente estraneo a quel mondo di predicatori o “interpreti” di Dio, termine ebraico che si traduce con il nostro “profeta”.

Giunto tra la folla, profetizza sventure ai nemici di Israele

Lasciò subito il suo bestiame e entrò nel regno d’Israele al tempo di re Geroboamo II. Un tempo, per l’appunto, di grande prosperità, e anche la religiosità, almeno a prima vista, sembrava intensa a causa del grande afflusso nei santuari santuari nazionali di Bet-El e di Dan, con offerte abbondanti e riti solenni. Amos era stato pienamente fedele alla chiamata e si reca a Bet-El per predicare, e per mettere in evidenza i misfatti di tanti ricchi che avevano perso la fede.

Giunto tra la folla, profetizza sventure ai nemici di Israele per i loro misfatti. Poi si rivolge anche ai suoi ascoltatori in maniera diretta, dicendo: “Hanno venduto il giusto per denaro e il povero per un paio di sandali; calpestano la testa dei poveri come la polvere della terra”. Insomma, Amos mostra che la prosperità si stava basando sull’ingiustizia, sulle truffe commerciali, sullo sfruttamento dei poveri e l’usura spietata.

Il profeta spiega che il Signore castigherà i nemici di Israele

Insomma il profeta spiega che il Signore di tutti i popoli castigherà i nemici di Israele, e che per questo anche quel regno avrebbe dovuto scontare le sue iniquità. Che non era sufficiente possedere la vera fede, o abbellire i templi, perché bisognava anche viverla con verità nel proprio cuore e nella quotidianità. “Cercate il Signore, e vivrete!”, gridò.

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Poco tempo dopo arrivò però Amasia, capo dei sacerdoti di Bet-El, che parlando a nome del re intima ad Amos di tornare al suo paese, nel regno di Giuda. Amos, però, in risposta spiega che era stato il Signore a inviarlo. “Ebbene, dice il Signore: tua moglie si prostituirà nella città, i tuoi figli e le tue figlie cadranno di spada, la tua terra sarà spartita con la corda, tu morrai in terra immonda e Israele sarà deportato lontano dalla sua terra…”. Sventura che per i notabili sferzati da Amos arrivò quando il regno del nord verrà abbattuto nel 722 a.C. dagli Assiri.

Giovanni Bernardi

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