Sant’Amos fu un profeta che avvisò duramente il Regno di Israele in un momento di grande benessere, portando loro una lezione di fondamentale importanza.
Amor, che fu profeta e scrittore, fustigò energicamente la vita del regno d’Israele. In quel tempo infatti Israele stava godendo di un momento di prosperità, e come purtroppo accade in questi momenti, stava abbandonando la legge divina. Se infatti spesso è proprio nel momento del bisogno che si finisce per essere più vicini al Signore, al contrario è quando si vive un agio e un benessere anche immeritato che si presenta dietro l’angolo il rischio di allontanarci dalla legge divina.
In quell’epoca storica, Amos profetizzò il castigo divino e la salvezza di pochi giusti che avrebbero perpetuato il popolo di Dio. Lo stesso profeta avvertì in particolare la loro presenza e il dominio sul mondo. Un altro merito che ebbe questo straordinario profeta fu quello di denunciare un culto ridotto a pura esteriorità, nonché la falsa sicurezza degli uomini di fronte a Dio.
Lo Stato unitario era nato con il re Saul ma ora si trovava ad essere diviso nei due regni di Israele al nord e di Giuda al sud, dove nel paese di Tekoa vicino a Betlemme viveva Amos. A lui il Signore gli comandò di recarsi a predicare nel regno del nord. Il futuro santo e profeta accettò immediatamente per via della sua grande devozione e intimità con il Signore, anche se fino a quel momento si trovava ad essere totalmente estraneo a quel mondo di predicatori o “interpreti” di Dio, termine ebraico che si traduce con il nostro “profeta”.
Lasciò subito il suo bestiame e entrò nel regno d’Israele al tempo di re Geroboamo II. Un tempo, per l’appunto, di grande prosperità, e anche la religiosità, almeno a prima vista, sembrava intensa a causa del grande afflusso nei santuari santuari nazionali di Bet-El e di Dan, con offerte abbondanti e riti solenni. Amos era stato pienamente fedele alla chiamata e si reca a Bet-El per predicare, e per mettere in evidenza i misfatti di tanti ricchi che avevano perso la fede.
Giunto tra la folla, profetizza sventure ai nemici di Israele per i loro misfatti. Poi si rivolge anche ai suoi ascoltatori in maniera diretta, dicendo: “Hanno venduto il giusto per denaro e il povero per un paio di sandali; calpestano la testa dei poveri come la polvere della terra”. Insomma, Amos mostra che la prosperità si stava basando sull’ingiustizia, sulle truffe commerciali, sullo sfruttamento dei poveri e l’usura spietata.
Insomma il profeta spiega che il Signore di tutti i popoli castigherà i nemici di Israele, e che per questo anche quel regno avrebbe dovuto scontare le sue iniquità. Che non era sufficiente possedere la vera fede, o abbellire i templi, perché bisognava anche viverla con verità nel proprio cuore e nella quotidianità. “Cercate il Signore, e vivrete!”, gridò.
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Poco tempo dopo arrivò però Amasia, capo dei sacerdoti di Bet-El, che parlando a nome del re intima ad Amos di tornare al suo paese, nel regno di Giuda. Amos, però, in risposta spiega che era stato il Signore a inviarlo. “Ebbene, dice il Signore: tua moglie si prostituirà nella città, i tuoi figli e le tue figlie cadranno di spada, la tua terra sarà spartita con la corda, tu morrai in terra immonda e Israele sarà deportato lontano dalla sua terra…”. Sventura che per i notabili sferzati da Amos arrivò quando il regno del nord verrà abbattuto nel 722 a.C. dagli Assiri.
Giovanni Bernardi
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