Anastasio, il rapper che ha vinto l’ultima edizione del talent musicale X Factor è finito nel mirino dei detrattori per aver messo un like a Casapound.
Che si abbiano idee vicine ad un partito di destra o ad uno di sinistra, la morale imporrebbe di rispettarle. Con l’arrivo dei social, però, tale norma è stata spesso ignorata se non addirittura sovvertita: ogni qualvolta qualcuno esprime un parere che vada contro l’idea della massa è vittima di duri attacchi da parte di utenti social che puntano a disgregare in maniera becera l’opinione di quella persona che nemmeno conoscono. Questo meccanismo diventa esponenziale qualora il soggetto da aggredire è una persona in vista, fresca o avvezza alla notorietà che sia. Lo sa bene Anastasio che pochi giorni prima di ottenere un successo meritato ad X Factor si è trovato a dover giustificare un like ad un post di Casapound.
Anastasio giustifica i like a Salvini e Casapound
Dopo la bufera generata da questa preferenza politica (se così si può chiamare un like su un social), Anastasio ha smentito in un’intervista di essere membro o simpatizzante di Casapound: “Ormai la destra fa la sinistra e viceversa. La destra oggi difende i lavoratori, la sinistra è diventata liberista, è un casino. Ho opinioni su fatti di cronaca a volte da una parte e a volte dall’altra, non mi sento di etichettarmi. Se uno dice una cosa giusta la condivido, che sia Salvini o Renzi. Guardo cosa si dice, non chi lo dice”. Etichetta o meno è evidente che il rapper approvi le idee di una certa area politica ed è liberissimo di esprimere la propria preferenza in tal senso.
Alcuni troverebbero tale risposta una semplice espressione di buon senso, altri invece sono pronti a condannarlo poiché ritengono inconcepibile prendere tali posizioni al giorno d’oggi (o non prenderle). Personalmente mi distanzio da chi sostiene che ci sia una dittatura di pensiero “perbenista”, basti pensare ai milioni di utenti che si scagliavano contro chi difendeva i migranti fino a pochi mesi fa, e ritengo piuttosto che ci sia una generale intolleranza verso l’altro, frutto di una generale mancanza di rispetto ed educazione, norme che trasformerebbero una lite tra sordi in una discussione costruttiva.
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Luca Scapatello