Come riescono i nostri sacerdoti a far fronte alle grandi difficoltà nelle loro parrocchie causate dalla crisi energetica?
Sono la maggioranza coloro che si trovano a fare i conti con la crisi che sta attanagliando un po’ tutti in questo periodo.
Dicono che la Chiesa sia ricca…ma è così?
Sono in molti a dire che “la Chiesa è ricca”, date le sue tante proprietà. I più intransigenti pensano che se la Chiesa vendesse i suoi beni, si potrebbero sfamare interi popoli. Ma siamo davvero sicuri che sia così?
Quanto guadagna un sacerdote? Pensiamo che la loro vita sia fatta solo di preghiera e di contemplazione, ma anche loro devono sostenersi e far fronte ai bisogni e alle loro quotidiane esigenze. Ci sono alcuni ordini religiosi che, nel pieno rispetto della propria regola, vivono delle sole offerte che i pellegrini o i fedeli lasciano o portano.
E’ una domanda che tutti noi ci poniamo, chi per curiosità o per altro. E, rimanendo su questo filone, ce la fanno oggi i sacerdoti a far fronte alle spese, che di giorno in giorno lievitano sempre di più, delle loro parrocchie?
Le difficoltà economiche anche per loro
Partiamo dall’inizio: il sacerdote percepisce uno stipendio e così anche le altre figure religiose. Non dobbiamo pensare a loro come al binomio “lavoratore assunto dalla Chiesa = stipendio fisso”, come potrebbe essere per un qualsiasi altro di un’azienda o del pubblico impiego. Certo, loro vivono in convento o in canonica (a seconda del ruolo che svolgono), ma comunque hanno necessità di mantenimento come tutti gli esseri umani.
“La gente pensa che siamo pagati dal Vaticano e se vado a comprare un paramento con i miei soldi c’è chi si stupisce […] Noi non viviamo fuori dal mondo, siamo persone normali. Talvolta devi stare attento per arrivare alla fine del mese, magari devi rinviare una visita medica” – aveva raccontato, in un’intervista al Corriere della Sera, don Dino Pirri, un sacerdote di Grottammare, nelle Marche.
La crisi energetica riduce le attività in parrocchia
Attualmente, anche la Chiesa sta vivendo un momento di difficoltà, dovuto anche alla crisi energetica. Quanti sono i sacerdoti che non riescono a far fronte, ad esempio, alle spese per la bolletta della corrente elettrica? Quanti anche per quella dell’acqua e del gas? Le offerte dei fedeli, come di conseguenza, stanno diminuendo, ma le spese per la casa di Dio invece salgono.
Non sono pochi i sacerdoti che, sia che siano alla guida di chiese di piccole dimensioni, sia di quelle più grandi, sono stati costretti a ridurre persino le attività parrocchiali (specie se, queste, si svolgono nel tardo pomeriggio sera) e, finanche, le celebrazioni eucaristiche, proprio a causa del caro energia.
Possibile che non si riesca a trovare una soluzione? Si prospettano, davvero, momenti “bui” per la Chiesa? Fa un certo effetto pensare che, specie tutte le attività parrocchiali che si svolgono dalle 19 in poi, debbano subire una drastica riduzione proprio a causa del caro bollette. Pensiamo anche che, se la situazione va avanti così, ancora per molto, ci sono determinati territori dove la parrocchia (come la scuola) è l’unico presidio di legalità, di gioco e di “salvezza” per tanti ragazzi e bambini.
I sacerdoti e la Chiesa sono in difficoltà. Le spese ci sono e si fatica, anche per loro, ad arrivare alla fine del mese.
A chi pensa, quindi, che la vita dei sacerdoti, dei frati e delle suore sia tutta un “rose e fiori”, deve ricredersi. L’aiuto di Dio, di certo, non verrà mai meno, come anche la loro fede e la preghiera che restano sempre saldi e fermi. La crisi economica ha colpito anche loro, che vivono per Dio e per il popolo a loro affidato, ma che sono comunque uomini come tutti noi.
E’ proprio adesso che bisogna riscoprire la fiducia nella Provvidenza, che in questo momento storico così difficile, un pò si è persa. Preghiamo ed affidiamoci a Dio ancora più intensamente e con più speranza: Lui tutto può, anche nei momenti di grande crisi.