“Tra il cristianesimo e qualsivoglia altra religione, c’è la distanza dell’infinito.”. “Il più grande miracolo di Cristo è stato fondare il regno della carità: solo lui si è spinto ad elevare il cuore umano fino alle vette dell’inimmaginabile, all’annullamento del tempo; lui solo, creando questa immolazione, ha stabilito un legame tra il cielo e la terra. Tutti coloro che credono in lui, avvertono questo amore straordinario, superiore, soprannaturale; fenomeno inspiegabile e impossibile alla ragione.”.
Che sia stato un uomo belligerante, lo sappiamo dai libri di storia, ma, sulla natura della sua fede, le notizie sono alquanto discordanti. C’è chi sottolinea che abbia saccheggiato chiese e conventi, che abbia avuto una dubbia vita coniugale, ma, le affermazioni su citate, appartengono proprio a Napoleone!
“Sono cattolico romano e credo ciò che crede la Chiesa.”. E si dice che lo abbia fatto fino alla fine, quando, esiliato a Sant’Elena, parlava di spiritualità cristiana a coloro con cui spartiva la sorte, per motivi politico/militari.
Quei discorsi sono stati poi trascritti e pubblicati, per cui se ne ha una testimonianza reale e certa. Fu Antoine de Beauterne, nel 1840, ad occuparsene, parlando di come Napoleone fosse rispettoso di chiunque proclamasse la fede in Cristo.
“ … allora se qualcuno me lo avesse chiesto esplicitamente, gli avrei risposto: Sì, sono cristiano. E se avessi dovuto testimoniare la mia fede al prezzo della vita, avrei trovato il coraggio di farlo.”.
E Napoleone, a Sant’Elena, perdonò pubblicamente coloro che lo avevano tradito; chiese la Messa domenicale per potersi confessare e comunicare; ribadì, come aveva fatto, del resto, lo stesso Pontefice, che fossero solo calunnie quelle che lo dicevano in contrapposizione con Papa Pio VII.
L’esempio del Dio, che aveva mandato il Figlio sulla terra a morite in Croce, non lasciava affatto indifferente, quindi, il grande Imperatore. Ciò dimostra che spesso la fede sopravvive a tutto quello che decidiamo di compiere nella nostra vita, anche alle nostre scelte sbagliate, per poi risvegliare in noi, nel momento più opportuno, la sapienza redentrice di figli dell’Eterno.
“Bella Immortal! Benefica Fede ai trïonfi avvezza! Scrivi ancor questo, allegrati; che più superba altezza al disonor del Golgota giammai non si chinò.”, scrisse Alessandro Manzoni, nell’ode Cinque Maggio, in memoria della morte dell’indimenticato Imperatore francese.
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