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Catechesi

Anche oggi si può vivere lieti nella speranza, ecco come

Nel corso della vostra esistenza vi sarete sicuramente chiesti cosa rende preziosa la vostra vita. Nella maggior parte dei casi la risposta a questa domanda ruota attorno a due obiettivi: il successo e l’opinione altrui. Potrebbero sembrare obiettivi futili, ma vivendo in società non ci si può sottrarre a queste legittime aspirazioni: l’opinione altrui influisce su tutti gli aspetti della nostra vita (famiglia, lavoro, studio, attività sportiva etc.), mentre il successo è la logica conseguenza della strutturazione della società e connota da sempre la vita dell’uomo ( nessuno si mette al lavoro su qualcosa con l’intento di fallire).

In un universo ideale tutti godremmo di un ottima reputazione e riusciremmo in ogni nostro intento, ma la realtà è spesso differente: le aspirazioni a volte superano le nostre abilità e questo ci porta fatalmente incontro a delle sconfitte e a comprendere che le persone tendono a farsi un’idea degli altri in base ad una conoscenza superficiale. Lo scontro con le difficoltà, l’esperire l’incapacità di portare a termine un obiettivo e il guadagnare la consapevolezza che le persone non hanno interesse nel conoscerci ma piuttosto nel giudicarci può portare i soggetti all’avvilimento ed alla depressione. Queste sensazioni negative si superano solo grazie ad un lavoro interiore difficile che viene reso impossibile in una società in cui il minimo errore viene posto sotto i riflettori ed ingigantito solo per il piacere di farlo.

Un’analisi così impietosa della superficialità moderna porta a chiedersi se sia possibile, come scriveva San Paolo, vivere ancora lieti nella speranza. La risposta a questo quesito la troviamo nella lettera scritta in febbraio dall’Opus Dei in cui leggiamo: “Fa, o Signore, che grazie alla fede nel tuo Amore viviamo ogni giorno con un amore sempre nuovo, in una gioiosa speranza”. In altre parole la speranza è forte e consolatrice se affidata a Dio, non importa se la società è cambiata in peggio e gode nell’evidenziare gli errori e gli insuccessi altrui, con la fede dalla nostra parte nulla può tangerci perché accanto a noi abbiamo un alleato imbattibile. In tal senso le parole di Papa Francesco assumono un significato pregnante: “La speranza cristiana è solida, ecco perché non delude […]. Non è fondata su quello che noi possiamo fare o essere, e nemmeno su ciò in cui noi possiamo credere. Il suo fondamento, cioè il fondamento della speranza cristiana, è ciò che di più fedele e sicuro possa esserci, vale a dire l’amore che Dio stesso nutre per ciascuno di noi. E’ facile dire: Dio ci ama. Tutti lo diciamo. Ma […] ognuno di noi è capace di dire: sono sicuro che Dio mi ama? Non è tanto facile dirlo. Ma è vero”.

La sicurezza dell’Amore che Dio prova nei nostri confronti non si può acquisire da un giorno all’altro, in primo luogo bisogna esperire questo amore, farci toccare da esso conoscendo ed interiorizzando la grandezza del suo sacrificio. Una volta compreso il sacrificio di Cristo dobbiamo soffermarci a contemplarlo, un atto che ci permette di fortificare il nostro rapporto con lui. La contemplazione del volto di Cristo è un percorso lungo che richiede una vita intera e non sempre è possibile ottemperare a questo obiettivo in un mondo iperattivo e ricco di stimoli come quello in cui viviamo, per questo è bene chiedere a Dio la possibilità di entrare nel suo silenzio per godere del suo potere salvifico. Davanti alla croce, il volto di Cristo ha il potere di cambiare i criteri umani e donarci la speranza di cui tanto abbiamo bisogno: “Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare. Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro”, si legge nel salmo 15.

Pur avendo compiuto questo cammino, il dubbio di non essere sufficientemente forti per portarlo avanti potrebbe sfiorarvi. In questo caso è bene ricordare che Cristo non guarda al vostro passato, non vi giudica in base a quello che avete fatto, ma in quello che potete fare grazie al suo aiuto. La consapevolezza del perdono della fiducia che Dio ci concede è ciò che ci permette di rialzarci, di curare le ferite generate da una caduta e di andare avanti seguendo il cammino da Lui tracciato.

Luca Scapatello

Scritto da
Luca Scapatello

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