Qual è l’errore commesso da Andrea Roncato per cui ancora oggi chiede perdono a Dio?
Da giovane ha convinto la sua ragazza ad abortire.
Andrea Roncato si racconta a Verissimo
Nel corso dell’ultima puntata di ‘Verissimo‘ abbiamo avuto la possibilità di ascoltare Andrea Roncato. L’attore emiliano ha avuto una carriera lunga e ricca di successi, ma anche di qualche passo falso. Dopo anni di presenza assidua nel piccolo e grande schermo, la sua stella si è eclissata, lasciandolo ad un piacevole ritorno alla normalità. Crescendo, il comico ha avuto modo di riflettere sulla sua vita, sugli errori commessi e sulle scelte compiute. Da queste riflessioni è emerso un unico grande rimorso, l’unico per cui ancora oggi, sebbene all’epoca fosse giovane, la sua anima è tormentata.
Nel raccontarsi all’interno del salotto di Canale 5, Andrea non fa mistero di questo suo errore, ed anzi ne parla in maniera disinvolta, come se volesse espiare una colpa per cui ritiene di non poter ricevere un’assoluzione. Quando la conduttrice gli chiede qual è l’errore di cui si è pentito maggiormente, infatti, Roncato risponde: “Un figlio mi manca, è stato il vero errore della mia vita. Quando ero molto giovane ho avuto la possibilità di diventare padre, di avere un figlio, ma feci un aborto”, spiega l’attore che poi aggiunge: “Adesso sono diventato estremamente antiabortista”.
Andrea Roncato: la posizione antiabortista e la poesia per il figlio mai nato
Non è la prima volta che l’attore bolognese parla in questi termini della scelta compiuta in gioventù. In una precedente intervista aveva definito l’aborto come il motivo per cui “Continuo a chiedere perdono a Dio”. La sua posizione non è di maniera, in questi anni Andrea ha scritto un libro dedicato al figlio che non ha mai avuto, in cui esprime il proprio rimpianto e gli comunica il desiderio di poter tornare indietro per cambiare quella scelta.
Non è facile trovare qualcuno del mondo dello spettacolo disposto ad esporsi in maniera così netta sull’argomento. Ma Roncato è stato toccato profondamente dall’esperienza personale, anche perché quando poi il figlio lo avrebbe voluto non è più arrivato. Il dolore per quella scelta emerge in maniera netta in una poesia contenuta all’interno del libro dedicato al figlio, intitolata ‘Ti avrei voluto’ che termina con questa frase: “T’avrei voluto vicino quando me ne dovrò andare, t’avrei voluto volere quella volta che non ti ho voluto”.
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Luca Scapatello