La fiducia di Papa Francesco nel riuscire a seminare la Parola di Dio ovunque, basandosi sul Vangelo di questa domenica.
Il Santo Padre, prendendo in esame il Vangelo di oggi, pone l’attenzione su come ciascuno di noi debba e possa seminare ciò che Gesù ci ha detto e coltivare l’attesa fiduciosa che tutto ciò porti frutto, anche se attorno a noi c’è terreno ostile.
Pazienza e, anche, fiducia: questo è quello che Gesù chiede a ciascuno di noi e quello che anche il Pontefice cerca di fare suo.
Davanti ad una Piazza San Pietro gremita di fedeli, Papa Francesco prega alle ore 12 con l’Angelus ma, allo stesso tempo, commenta anche il Vangelo di oggi con la sua catechesi. Seguire l’esempio di Cristo che ha seminato la sua Parola prima agli Apostoli, poi a tutte le genti affinchè questi la portassero a quanti più possibili, fiduciosi e speranzosi che la Parola stessa non vada al vento.
Papa Francesco: come far attecchire il seme della Parola
Sperare che il seme della Parola buchi il terreno, e attendere con pazienza che questo attecchisca anche se tutto attorno possono anche esserci terreni e persone ostili. Questo è quello che ci ha chiesto Gesù e questo è ciò che Francesco ribadisce nella sua catechesi domenicale. “Ci vuole tempo per permettere ai semi di aprirsi al momento giusto e ai germogli di spuntare dal terreno e di crescere, abbastanza forti da garantire, alla fine, un raccolto abbondante” – afferma il Papa.
Partendo dal presupposto che, se anche il contadino ha sparso bene anche in terra buona ed ha zappato, bisogna che il seme attecchisca per portare buon frutto: “[…] C’è uno sviluppo enorme ma è invisibile, ci vuole pazienza, e nel frattempo è necessario continuare a curare le zolle, annaffiarle e tenerle pulite, nonostante in superficie sembra che non succeda nulla” – continua, parlando alla folla riunita a San Pietro.
Una metafora quanto anche una similitudine che ci portano a capire ancora meglio il Regno di Dio: il Signore semina in noi la sua Parola e siamo noi a doverla far fruttificare e, allo stesso tempo, portarla anche ad altri: “Egli continua a prendersi cura di noi, con la fiducia di un Padre, ma ci dà tempo, affinchè i semi si aprano, crescano e si sviluppino fino a portare frutti di opere buone. E questo perché vuole che nel suo campo nulla vada perduto, che tutto giunga a piena maturazione; vuole che tutti noi possiamo crescere come spighe cariche di chicchi” – continua.
Il seme che, aspettando, porta frutto
Da qui, poi, l’attesa fiduciosa che il seme attecchisca e, al tempo stesso, che porti frutto. La stessa cosa di ciò che la Parola deve fare con ciascuno di noi: “Spesso infatti anche tra noi, al di là delle apparenze, il miracolo è già in atto, e a suo tempo porterà frutti abbondanti!… La Vergine Maria, che ha accolto e fatto crescere in sé il seme della Parola, ci aiuti ad essere seminatori generosi e fiduciosi del Vangelo” – conclude il Papa con la sua catechesi.
Non in ultimo, il Papa continua a chiedere preghiere per tutte le zone di guerra presenti nel mondo, con particolare attenzione all’Ucraina e alla Terra Santa, ringraziando anche i grandi della Terra che lo hanno voluto, venerdì scorso, al tavolo del G7.