Nella VIII Giornata Mondiale dei Poveri, Papa Francesco, durante l’Angelus, punta il focus sull’aiuto ai più poveri e ricorda le vittime della strada e di abusi.
Oggi si celebra l’VIII Giornata Mondiale dei Poveri e, in questa occasione, il Papa ha celebrato la Santa Messa nella Basilica di San Pietro. Per questa giornata è previsto un pranzo di 1.300 poveri con il pontefice, nell’Aula Paolo VI.
Nell’Angelus di oggi, in Piazza San Pietro, il pontefice inizia dicendo: «Cari Fratelli e Sorelle, nel Vangelo di oggi, Gesù descrive una grande tribolazione. Dice così: “Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce”. Di fronte a questa sofferenza, molti potrebbero pensare alla fine del mondo, ma Gesù coglie l’occasione, per offrirci una diversa chiave di lettura, dicendo: “Il cielo e la Terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.
Possiamo soffermarci su questa espressione: ciò che passa e ciò che resta. In primis, ciò che passa». Il Papa spiega che ci sono dei contesti della nostra vita, in cui viviamo una crisi o un fallimento, oppure quando osserviamo il dolore causato da violenze della guerra, calamità naturali, ecc., iniziamo a temere che si vada verso la fine.
Sentiamo che anche le cose più belle, passano. Le crisi e i fallimenti, spiega Francesco, pur se dolorosi, ci insegnano a dare a ogni cosa il peso che ha. Insegnano a non essere attaccati alle cose del mondo, destinate a scomparire. Gesù invita, quindi, a dare importanza a ciò che resta. «Tutto passa, ma le parole di Gesù non passeranno». L’invito del Signore è quello di fidarsi del Vangelo, che promette l’eternità.
«Mentre tutto passa, Cristo resta. In Lui, un giorno, ritroveremo cose e persone che sono passate e che ci hanno accompagnato nell’esistenza terrena», prosegue Francesco. «Alla luce di questa promessa di Resurrezione, ogni realtà acquista un significato nuovo. Tutto muore e anche noi, un giorno moriremo, ma non perderemo nulla di quanto abbiamo costruito e amato, perché la morte sarà l’inizio di una nuova vita.
Fratelli e Sorelle, anche nelle tribolazioni, nelle crisi, nei fallimenti, il Vangelo ci invita a guardare alla vita e alla storia, senza timore di perdere ciò che finisce, ma con gioia per ciò che resta. Non dimentichiamo che Dio prepara per noi, un futuro di vita e di gioia. Chiediamoci se siamo attaccati alle cose della Terra, che passano in fretta o alle parole del Signore, che restano e che ci guidano verso l’Eternità».
Dopo l’Angelus, il Papa ha ricordato che oggi è la Giornata Mondiale dei Poveri, «che ha per tema “la preghiera del povero sale fino a Dio”. Ringrazio quanti, in diocesi e parrocchie, hanno promosso iniziative di solidarietà con i più disagiati e ricordiamo tutte le vittime delle strada, impegnandoci a prevenire gli incidenti.
Tutti dovremmo porci questa domanda: “Io, mi privo di qualcosa per darla ai poveri? E io, quando faccio l’elemosina, tocco la mano del povero e lo guardo negli occhi? Fratelli e sorelle, non dimentichiamo che i poveri non possono aspettare». Il Papa ricorda anche di pregare per vittime e sopravvissuti agli abusi. «Ogni abuso è un tradimento di fiducia, è un tradimento alla vita. La preghiera è indispensabile per restituire fiducia».
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