Nonostante le sue condizioni di salute non gli permettano ancora di parlare ai fedeli, anche in questa domenica Papa Francesco non ha voluto rinunciare a far divulgare il testo della catechesi dell’Angelus.
L’attenzione è stata posta al brano del Vangelo di questa domenica, dove Gesù ci insegna a guardare a noi stessi e agli altri in maniera diversa, senza giudicare. Il Pontefice parte proprio da questo ponendo a ciascuno di noi una domanda: “Io come guardo le altre persone, che sono miei fratelli e sorelle? E come mi sento guardato da loro?”.
Anche se ancora ricoverato in ospedale, il Papa continua a guidarci con le sue parole così semplici ma efficaci. “Le mie parole hanno un gusto buono, oppure sono intrise di amarezza e di vanità?” – prosegue ancora nel testo diffuso, il suo Angelus. Ma scendiamo nel dettaglio degli insegnamenti che Bergoglio vuole darci.
Qualche ora prima della diffusione del testo dell’Angelus, è stato anche diffuso il bollettino medico, nel quale si legge che il Santo Padre ha trascorso una notte tranquilla e sta riposando.
In molti si aspettavano che, almeno per questa domenica, lo avrebbero visto affacciato alla sua finestra della stanza dell’ospedale “Gemelli” dove è ricoverato da più di 15 giorni per curare la sua polmonite bilaterale. Nonostante non gli sia stato possibile, Papa Francesco non ha voluto mancare all’appuntamento con l’Angelus della domenica, facendo diffondere il testo della sua riflessione sul brano del Vangelo di oggi, in modo che possa arrivare a quanti più fedeli possibili.
Un Vangelo fatto di parabole quello che la liturgia ci presenta oggi: Gesù ci invita a guardare ai nostri fratelli in modo diverso, senza condannare o peggio ancora giudicare. Il brano di oggi ci parla della famosa “pagliuzza e trave” nel nostro occhio e in quella del fratello.
Papa Francesco ha commentato proprio questo: “Il Vangelo odierno ci fa riflettere su due dei cinque sensi: la vista e il gusto. Occorre allenare gli occhi a osservare bene il mondo e giudicare con carità il prossimo, perché solo con questo sguardo di cura, non di condanna, la correzione fraterna può essere una virtù. Perché se non è fraterna, non è una correzione!” – dice.
Per quel che riguarda il senso del gusto, il Pontefice ci dice: “[…] I frutti che vengono dall’uomo sono, ad esempio, le sue parole. I frutti cattivi sono le parole violente, false, volgari; quelli buoni sono le parole giuste e oneste, che danno sapore ai nostri dialoghi”.
Non manca, soprattutto, di ringraziare tutti coloro che stanno pregando per lui perché si rimetta presto in salute e torni al suo ministero: “Sorelle e fratelli, vi mando questi pensieri ancora dall’ospedale, dove, come sapete, mi trovo da diversi giorni, accompagnato dai medici e dagli operatori sanitari, che ringrazio per l’attenzione con cui si prendono cura di me. Avverto nel cuore la benedizione che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore” – continua il Papa.
“Allo stesso tempo, ringrazio Dio perché mi dà l’opportunità di condividere nel corpo e nello spirito la condizione di tanti ammalati e sofferenti. Vorrei ringraziarvi per le preghiere, che si elevano al Signore dal cuore di tanti fedeli da molte parti del mondo. Sento tutto il vostro affetto e la vostra vicinanza e, in questo momento particolare, mi sento come portato e sostenuto da tutto il popolo di Dio. Grazie a tutti!”. Ma non è solo una preghiera per lui. In modo particolare, anche il Papa continua a pregare per ciascuno di noi: “Anch’io prego per voi. E prego soprattutto per la pace”.
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